Confindustria, l’Italia si conferma la settima potenza industriale

Diversamente da quanto si è spesso ipotizzato, a utilizzare l'incentivo fiscale non sono state prevalentemente le grandi realtà

Foto LaPresse Tiziano Manzoni 04/04/2018 Bergamo - ITALIA Cronaca il cantiere con certificazione LEED della nuova sede di Confindustria Bergamo all'interno del Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso Nella foto il cantiere

MILANO – Nonostante i livelli di attività abbiano subito una contrazione negli anni della crisi, l’Italia mantiene anche nel 2018 il suo ruolo di settima potenza manifatturiera al mondo. E si conferma davanti a Francia, Regno Unito e Indonesia nella classifica per valore aggiunto. Cina, Stati Uniti e Giappone guidano la classifica. Lo certifica il Centro Studi Confindustria nel rapporto ‘Dove va l’industria italiana’ nella sede milanese di Assolombarda.

L’Italia è la settima potenza industriale al mondo

Quanto sarà però in grado il Paese di mantenere questa posizione, così come la seconda piazza alle spalle della Germania a livello europeo? “Dipende dalle politiche messe in campo”, risponde a domanda diretta a margine della presentazione Marcella Panucci, direttore generale della confederazione degli industriali. Spiegando che la chiave del successo non può che risiedere negli investimenti, pubblici e privati, e in particolare in quelli indirizzati verso “i maggiori driver di sviluppo”, cioè digitalizzazione e sostenibilità. Ma anche nella “continuità delle politiche” messe in campo e nella capacità di monitorarle costantemente. In modo da poterne valutare l’efficacia sulla base degli effetti ottenuti.

Gli investimenti nella trasformazione digitale delle imprese

Un esercizio che il Centro Studi ha applicato con particolare attenzione, nella nuova edizione del rapporto, all’iper-ammortamento, la principale misura con cui il governo ha sostenuto per tutto il 2017 la domanda di investimenti in beni strumentali alla trasformazione digitale delle imprese italiane. Nell’anno della sua introduzione, stima Confindustria, le aziende ne hanno usufruito per investimenti pari a 10 miliardi di euro per macchinari e infrastrutture 4.0. Dato che di fatto si conferma in linea con quelli forniti dall’esecutivo.

Incentivo fiscale e iper-ammortamento

A riservare una sorpresa, piuttosto, è la dimensione delle imprese che ne hanno usufruito. Diversamente da quanto si è spesso ipotizzato, a utilizzare l’incentivo fiscale non sono state prevalentemente le grandi realtà. Il 96% dei beneficiari, a cui corrisponde il 66% degli investimenti incentivati, è composto Pmi al di sotto dei 250 dipendenti. E il 35% degli investimenti 4.0 è riferibile ad aziende con meno di 50 addetti. “E’ auspicabile che ciò venga mantenuto”.Lo afferma ancora a margine della presentazione il vicepresidente di Assolombarda con delega per le Politiche industriali, Alberto Dossi. “Anche se purtroppo – evidenzia l’industriale – nel triennio 2019-2021 vedremo che l’iper-ammortamento sarà un terzo di quello stanziato nel 2017″.

(AWE/LaPresse/di Marco Valsecchi)

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