Coni: Italbasket boicotta la Russia. Malagò: “Al 100% con Petrucci”

Giovanni Malagò si schiera con Gianni Petrucci e appoggia la decisione di non mandare l'Italbasket a giocare contro la Russia.

Foto Alfredo Falcone - LaPresse Nella foto: Giovanni Malago'

ROMA – Giovanni Malagò si schiera con Gianni Petrucci e appoggia la decisione di non mandare l’Italbasket a giocare contro la Russia. Il presidente del Coni ne parla al termine della Giunta, anticipando l’annuncio della Fip: con il pieno sostegno del Coni, la Federbasket ha deciso che gli azzurri non scenderanno in campo contro la Russia nella gara di qualificazione al Mondiale 2023 che si dovrebbe giocare il 1° luglio in Italia. E’ la prima volta che lo sport italiano mette in atto un boicottaggio contro la Russia. E il Coni, sottolinea Malagò, “è al 100% dalla parte della Federazione. E lo stesso faranno Islanda e Olanda, che fanno parte del nostro stesso girone”.

La Fiba non ha escluso la formazione russa dalle competizioni, tenendo in sospeso la valutazione. “Siamo molto dispiaciuti per la scelta della Fiba, non la comprendiamo. E allora la Fifa che ha estromesso squadre dalla mattina alla sera? Il Cio è stato molto chiaro, solo la pallacanestro e il biathlon non hanno seguito le indicazioni”, rimarca Malagò. Poco dopo, al termine del Consiglio Fip, Petrucci conferma la decisione: “Il basket internazionale -dice – spicca per una presa di posizione che farà storia, ovvero quella di attendere il mese di maggio per adottare ulteriori provvedimenti contro la Russia. Sono veramente deluso e non pensavo si arrivasse a tanto”. La sottosegretaria Valentina Vezzali, informata in anticipo della decisione, approva: “Apprezzo la posizione del presidente della Federbasket, Gianni Petrucci, che, unitamente al sostegno del Coni, e in linea con la politica del Governo e con le raccomandazioni del Cio, ha deciso di non aspettare ulteriormente i provvedimenti contro la Russia da parte della Fiba e di dare un segnale forte e immediato contro la guerra e ogni forma di aggressione”.

La conferenza post Giunta è anche l’occasione per una prima riflessione pubblica di Malagò sul flop della nazionale di calcio con la mancata qualificazione ai Mondiali in Qatar. “Penso che sia giusto confermare Mancini. Bisogna vedere se ha gli stimoli per arrivare fino al 2026 e mettere in piedi un nuovo percorso, ma mi sembra che sia stato molto chiaro e netto. Era anche complicato pensare ad alternative valide. Ma, per le garanzie che può dare e per la semina che ha fatto, è la cosa più giusta”, è il pensiero di Malagò, per il quale “Mancini è un elemento imprescindibile, è l’allenatore che ha vinto l’Europeo e ha frantumato il record di partite vinte”.

“Noi avevamo una squadra che ha vinto l’Europeo e ora non va al Mondiale, siamo dispiaciuti ma compatti”, sottolinea il capo dello sport italiano. In Giunta, Gravina ha preso la parola e “ringraziato per la fiducia”, spiega Malagò, sottolineando che il numero uno di via Allegri è “conscio di quelle che sono le realtà del momento e le sfide future che deve necessariamente affrontare”. “Ha raccontato un crono programma molto interessante, ha incontrato tutte le componenti compreso Casini (neo presidente della Lega A, ndr), che ha chiesto di incontrare me e la Figc per le date di recupero di alcune partite che sono andate per le lunghe, ci sarà un tavolo tecnico”.

Riguardo la posizione di Gravina, Malagò ricorda che “il mandato ha avuto forte condivisione elettorale ma al tempo stesso è indispensabile compattare la squadra proprio nei momenti di complessità, facendo anche degli sforzi e qualche passo indietro, ed evitare conflittualità all’interno delle componenti come anche tra Lega A e Federazione”.

La Giunta, in realtà, aveva un solo ordine del giorno: il nuovo regolamento degli uffici e dei servizi del Coni con relativo organigramma. E qui, Malagò si toglie un altro sassolino dalla scarpa: “Dopo ‘appena’ 39 mesi finalmente il Coni ha una sua pianta organica. Siamo tornati con numeri diversi a un riforma Berlusconi-Tremonti. Siamo tornati vent’anni indietro, complimenti. Siamo contenti. Guardiamo avanti, ma tutto questo fa riflettere”.

Di Andrea Pinchi

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