Coronavirus, Bertolaso positivo. In Lombardia crescono ancora casi e morti

Foto Maurizio Borserini / LaPresse Nella foto: Guido Bertolaso

MILANO – Piove sul bagnato. Anche Guido Bertolaso, il consulente della Regione Lombardia chiamato per costruire l’ospedale alla Fiera di Milano, è positivo. Una notizia che smorza ulteriormente il leggero ottimismo delle ultime ore, perché i nuovi dati che emergono dal bollettino sul coronavirus raccontano un nuovo aumento. I morti sono 402 in più per un totale di 4.178 e i positivi segnano un +1.942 in 24 ore, 30.703 nel complesso.

“I decessi continuano a crescere in maniera importante, perché non c’è oggi una cura o un vaccino”, segnala l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, secondo cui “ieri i numeri erano fin troppo positivi”. A suo dire, “l’incubo finirà, c’è un trend di rallentamento, ma dobbiamo essere più determinati a resistere e a stare a casa, perché il traguardo non è lontano”.

L’obiettivo dell’ospedale da campo al Portello, invece, sembra subire una frenata. “C’è un rischio rallentamento” sulla consegna, avverte il governatore lombardo Attilio Fontana, che non si è messo di nuovo in quarantena. Scelta, invece, fatta dal collega delle Marche, Luca Ceriscioli, che ha incontrato proprio ieri l’ex capo della Protezione civile.

La notizia del contagio l’ha data lo stesso Bertolaso con un post su Facebook: “Sono positivo al Covid-19. Ho qualche linea di febbre, nessun altro sintomo al momento. Sia io che i miei collaboratori più stretti siamo in isolamento e rispetteremo il periodo di quarantena. Continuerò a seguire i lavori dell’ospedale Fiera e coordinerò i lavori nelle Marche. Vincerò anche questa battaglia”, la promessa. “Mi ha dichiarato la volontà di lavorare, anche se da remoto. È sempre al nostro fianco”, chiarisce Fontana che tesse le lodi del suo neo consulente, a cui sono arrivati messaggi di vicinanza, fra gli altri, anche da Silvio Berlusconi e da Matteo Salvini.

La lotta al coronavirus in Lombardia prosegue

Gallera assicura che i medici di famiglia e i pediatri saranno presto in grado di monitorare i pazienti a domicilio, dalla segretaria generale regionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) Paola Pedrini arriva un grido di dolore: “I dispositivi di protezione sono ancora insufficienti. La maggior parte di noi non è in grado di visitare i pazienti. Ci consideriamo potenzialmente infetti”. D’altronde, a Lecco è morto un altro camice bianco, Domenico De Gilio, 66 anni, il 25esimo ad aver perso la vita dall’inizio della crisi. E non solo.

Per Pedrini, sono almeno 1.800 i trentenni con una polmonite in provincia di Bergamo. Tra l’altro, “per quanto riguarda l’ossigeno, c’era una grave carenza soprattutto su Bergamo e ora si sta ampliando su altre province. Ci sono gravi difficoltà, si stanno cercando delle soluzioni”, sottolinea. D’altronde, quella contro il coronavirus è una battaglia ad ampio spettro.

Se a Milano c’è un rallentamento (121 positivi in più in città, 5.701 totali nell’hinterland) ed è in dirittura d’arrivo l’ospedale da campo alla Fiera di Bergamo che sarà gestito dagli Alpini, al Papa Giovanni XXIII arriveranno 30 medici russi a dare una mano. L’équipe sanitaria cubana, invece, è già al lavoro a Crema. “La Regione Lombardia è riuscita ad aumentare del 110% i posti in terapia intensiva portandoli da 724 a 1.500”, fa i conti ancora Gallera, secondo cui “l’obiettivo è provare ad arginare questo tsunami che ci è venuto addosso”. (LaPresse)

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