Coronavirus, record di morti: solo oggi 793 morti. I contagiati superano quota 42mila

Il bollettino giornaliero diramato dalla Protezione civile

Foto Claudio Furlan - LaPresse 19 Marzo 2020 Brescia (Italia) NewsCoronavirus, dentro il reparto di terapia intensivaNella foto: il reparto di Terapia Intensiva dell’Ospedale Poliambulanza di Brescia Photo Claudio Furlan/Lapresse 19 March 2020 Brescia (Italy) Intensive care unit of the Poliambulanza hospital in Brescia

ROMA – Sono 42.681 le persone in Italia risultate positive al Coronavirus, 4.825 i deceduti e 6072 i guariti. Sono i numeri snocciolati dal capo della Protezione civile in conferenza stampa. Il totale dei casi è di 53.578. I deceduti con Coronavirus oggi sono 793: è la cifra più alta finora registrata. E’ un nuovo pesante record.

Tra ieri e oggi, ha commentato Angelo Borrelli, ci sono stati 943 pazienti guariti. L’incremento dei positivi, invece, è di 4.821. I pazienti attualmente in terapia intensiva sono 2.857.

Brusaferro: “Rispettare i divieti è fondamentale”

“Bisogna essere tassativi nel rispetto delle chiusure – è l’invito che ha lanciato Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, durante il punto stampa nella sede della Protezione Civile -. Ci sono ancora situazioni in cui con la scusa di fare due passi si coglie l’occasione di fare assembramenti, due passi sono sacrosanti ma dobbiamo farli da soli. Ogni scappatoia danneggia noi stessi ma soprattutto i nostri cari e le persone più fragili. Gli anziani è bene che stiano a casa. Bisogna trovare meccanismi di rispetto sistematico di queste misure”.

L’età media dei decessi è di circa 80 anni

“Per i malati – ha aggiunto Brusaferro – l’età media è 63 anni, per i decessi, circa 80 anni. Il virus colpisce maggiormente la popolazione maschile rispetto a quella femminile. Al momento il tempo medio tra sintomi e diagnosi è 5 giorni. Dobbiamo migliorare, perché prima isoliamo le persone malate e meglio è. Il bilancio dei deceduti – ha chiarito – è molto alto, ma su una popolazione di età media intorno agli 80 anni. E i più fragili sono coloro che sono affetti da più patologie. I sintomi più rilevanti sono febbre, tosse e dispnea. Noi soffriamo il dato di avere una popolazione anziana con una buona sopravvivenza anche in presenza di patologie, che in condizioni normali è un vanto per il nostro sistema sanitario”.

“I dati sui decessi – ha chiarito il presidenti dell’Iss – si basano su un’analisi precisa delle cartelle cliniche di queste persone. Quello che avviene in queste persone è che una polmonite crea un livello di insufficienza in tutto l’organismo che si somma a insufficienze precedenti e che sbilancia l’equilibrio di queste persone che non riescono più a compensare”.

Il sud

Nell conferenza stampa è stato toccato anche il tema meridione: “Il problema non è se c’è l’infezione, ma qual è la curva con cui si diffonde. Questa curva – ha aggiunto Brusaferro – per ora è gestibile nella maggior parte delle Regioni. E’ quella che censiamo oggi. Il numero di casi che ci portiamo ha una sua influenza e la scommessa per il Sud è che queste curve possano essere modificate e il numero di casi limitato in una dimensione sostenibile per il Ssn”.

La fornitura di mascherine

A tenere banco continua ad essere la questione mascherine: “Come sapete il Dipartimento le sta acquisendo su canali diversi per usi diversi. Per il personale sanitario – ha aggiunto Borrelli – compriamo le Ffp2 e le Ffp3. Per tutti gli altri abbiamo destinato mascherine non chirurgiche, che servono al personale sanitario”.

Facendo il punto stampa, Borrelli ha elencato anche il contributo di aiuti ricevuti per fronteggiare l’emergenza: “Abbiamo oltre 7mila volontari e un totale di 690 tende per il pre-triage in Italia. Ad oggi il numero dei pazienti trasferiti dalla Lombardia è di 61 e stiamo lavorando per trasferirne altri. Abbiamo organizzato con Regione Lombardia il viaggio per far arrivare un team di 52 medici cubani che arriveranno domani”.  

“Per quanto riguarda i decessi, oggi censiamo comportamenti scorretti di 10-15 giorni fa. Bisogna limitare gli spostamenti – ha ricordato il capo dipartimento – ma ci sono esigenze che vanno assicurate. Non possiamo garantire la consegna della spesa a casa per tutti, ma ci sono filiere essenziali, come quella agroalimentare, che vanno garantite. Si sono adottate le misure massime, dopodiché arriveremmo alla chiusura totale del Paese ma mi chiedo come potremmo sostenerci”

(LaPresse)

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