Coronavirus, Brunetta: “Dal lockdown non è arrivato ancora un euro a nessuno”

“Se vogliamo guardare al futuro c'è una precondizione: coesione, unità, condivisione, altrimenti non si va da nessuna parte. Condivisione anche con questo governo. Bisogna guardare ai fatti"

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Renato Brunetta

TORINO – Coronavirus, Brunetta: “Dal lockdown non è arrivato ancora un euro a nessuno”. “Se vogliamo guardare al futuro c’è una precondizione: coesione, unità, condivisione, altrimenti non si va da nessuna parte. Condivisione anche con questo governo. Bisogna guardare ai fatti. Finora, però, c’è stato poco ascolto e abbiamo preso degli schiaffi in faccia, come nella conferenza di Conte dell’altra sera. Chi è al governo ha un dovere di responsabilità in più, non si attacca l’opposizione a reti unificate e senza contraddittorio”.Così Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia, in un’intervista ad Avvenire.

“Non è possibile che a 5-6 settimane dal lockdown non sia arrivato un euro a nessuno, cassintegrati, imprese, famiglie. All’estero i soldi stanziati sono arrivati in pochi giorni sui conti correnti dei cittadini. Serve chiarezza, immediatezza e semplicità. Non si possono fare Dpcm in serie, decreti da 100 pagine e cambiare le autocertificazioni 5 volte. Manca una strategia. Non si può navigare e vista e rincorrere i problemi. Servono pochi punti chiari. Una moratoria fino all’autunno sugli adempimenti fiscali e contributivi per chi è stato colpito dalla crisi, come turismo, spettacolo, commercio non food. Non si possono rinviare le scadenze di un mese alla volta, è un’agonia. Secondo: a chi è stato in prima linea va raddoppiato lo stipendio, penso a medici e infermieri. Nel settore privato vanno azzerate le tasse ai lavoratori dell’alimentare e affini. E poi alle imprese non basta solo la liquidità per ripartire. Ci vuole anche un risarcimento per il periodo di chiusura, ci sono filiere che avranno danni per mesi se non per anni”, aggiunge Brunetta.

(LaPresse)

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