Coronavirus, Niccolò finalmente in Italia: ora in quarantena

“Niccolò sta bene, appare assolutamente sereno e di ottimo umore", hanno detto i medici che lo hanno sotto osservazione allo Spallanzani per la quarantena. Potrà trascorrere il suo tempo con libri, tablet e cellulare. “Mi ha chiesto del prosciutto - ha fatto sapere l'assessore regionale alla Salute Alessio D'Amato - e ha parlato con la madre al telefono che è a Grado”

Videographers film the quarantined Diamond Princess cruise ship Saturday, Feb. 15, 2020, in Yokohama, near Tokyo. A viral outbreak that began in China has infected more than 67,000 people globally. The World Health Organization has named the illness COVID-19, referring to its origin late last year and the coronavirus that causes it. (AP Photo/Jae C. Hong)

Niccolò finalmente a casa, ora in quarantena. Solo una leggera febbre ma è negativo ai test del Covid-19. “Sono contento di essere tornato in Italia – ha detto appena atterrato Niccolò –. Sono sereno, mi sento protetto”. Alle parole del giovane fanno eco quelle dei medici che lo hanno sotto osservazione allo Spallanzani per la quarantena: “Niccolò sta bene, appare assolutamente sereno e di ottimo umore”. Ora, per ammazzare il tempo, potrà trascorrere questi giorni di isolamento con libri, tablet e cellulare. “Mi ha chiesto del prosciutto – ha fatto sapere l’assessore regionale alla Salute Alessio D’Amato, recatosi allo Spallanzani – e ha parlato con la madre al telefono che è a Grado”. Ora dovranno solo trascorrere i giorni prestabiliti per la quarantena, poi il giovane 17enne friulano potrà finalmente riabbracciare i suoi cari.

Il viaggio di ritorno

Ad accompagnarlo nel suo lungo viaggio di ritorno dalla Cina con un aereo allestito per garantire il bio-contenimento, il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, medico chirurgo, che si è subito detto fiducioso sulle condizioni del ragazzo. Ad attenderlo a Pratica di Mare c’era invece il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Collaborazione massima con le autorità cinesi – ha detto – che sono state pienamente disponibili nonostante le difficoltà che stanno vivendo”. Ora “sono stati evacuati tutti gli italiani che volevano tornare da Wuhan”.

Primo morto in Europa

Prima vittima del Coronavirus anche nel nostro continente, in Francia, per la precisione. Si tratta di un 80enne turista cinese giunto dallo Hubei a metà gennaio e ricoverato in ospedale dieci giorni dopo.

I dati 

Solo ieri il Covid-19 ha procurato altre 143 vittime nella provincia di Hubei, in Cina, dove il bilancio è salito a 1.523 con ben 11.053 pazienti in gravi condizioni.In Cina si contano oltre 1500 morti e 60 mila contagiati da Covid-19, mentre sono stati registrati altri 2.420 casi nella provincia epicentro del coronavirus Sars-Cov-2, dove il totale dei casi è salito a 54.406, ma complessivamente il numero ha superato quota 60 mila, precisamente 66.492 di cui 2.641 confermati solo nella giornata di ieri.

Il rimpatrio

Intanto sulla nave da crociera Diamond Princess ormeggiata davanti alle coste giapponesi, si sono aggiunti altri 67 casi accertati da contagio con 8 passeggeri in gravi condizioni. L’Italia valuta l’ipotesi di far rimpatriare i 35 italiani a bordo con un aereo speciale.

Il ridimensionamento

“Il tasso di mortalità del Coronavirus è del 2,29% in Cina e dello 0,55% fuori – ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi a Monaco –. Questo dimostra che la malattia è curabile. La Cina uscirà da questa epidemia più forte e diventerà un’economia più forte e sostenibile”, ma ha poi aggiunto che “le accuse dell’America contro di noi sono solo bugie”.

La quarantena

Ma a Pechino verranno messe in quarantena tutte le persone di ritorno dalle festività del Capodanno, mentre la Banca centrale cinese, raccomanda di non maneggiare soldi e di effettuare i pagamenti on-line nel timore che il coronavirus sopravviva sulle superfici delle banconote.

La cura

Si tratta di una buona notizia che, se troverà i giusti riscontri nella sperimentazione, potrà fungere da momentaneo antidoto in attesa del vaccino risolutore. Il ‘China National Biotec Group’ una compagnia privata cinese, ha appurato che con il plasma dei guariti è possibile curare l’infezione: la compagnia informa “di aver usato questo trattamento su dieci pazienti che hanno avuto miglioramenti in 24 ore” e chiede ai sopravvissuti “di donare plasma per continuare la sperimentazione”. Il plasma delle persone guarite dal Sars-Cov-2, il nuovo coronavirus, è ricco di anticorpi che potrebbero essere d’aiuto nel curare l’infezione nei pazienti. “In assenza di un vaccino e di terapie specifiche questo plasma è il modo migliore per trattare l’infezione – ha detto la compagnia del ‘China National Biotec Group’ –, i pazienti hanno mostrato una riduzione nell’infiammazione e nella carica virale, con un miglioramento del livello di ossigeno nel sangue”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome