Coronavirus, scuole: il governo pensa alla chiusura. Ma il ministro Azzolina prende tempo: non abbiamo preso alcuna decisione

“L'ipotesi - spiega una fonte di governo - è al centro del dibattito del governo da diverse ore e non solo da stamattina, ma ancora nessuna decisione è stata presa al riguardo”

ROMA – Scuole: il governo pensa alla chiusura. O forse no. Solita indecisione, insomma, di Giuseppe e compagni prima di affrontare una problematica e prendere un provvedimento. Intanto a Palazzo Chigi è in corso l’incontro. Nel frattempo il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina dichiara lasciando la riunione i suoi dubbi: “Nessuna decisione sulle scuole è stata presa. Non c’è alcuna chiusura per il momento. Abbiamo chiesto al comitato tecnico scientifico una valutazione, se lasciare aperte le scuole o chiuderle, sia proporzionale allo scenario epidemiologico. Questa decisione sarà presa nelle prossime ore”.

La conferma

Sono direttamente le fonti ministeriali a confermarlo: “L’ipotesi è al centro del dibattito del governo da diverse ore e non solo da stamattina ma ancora nessuna decisione è stata presa al riguardo” né tantomeno “il sul giorno a partire dal quale la misura potrebbe essere resa attuativa”. Insomma è ancora notte fonda.

Le misure: cambiare stili di vita

In discussione lo schema di un nuovo decreto ministeriale, nell’ordinamento giuridico italiano (Dpcm), da far partire nelle prossime ore in merito all’emergenza Coronavirus:“Gli italiani dovranno cambiare stile di vita almeno per 30 giorni”. Per cui “niente strette di mano, niente abbracci, basta meeting e congressi, stop alle manifestazioni, anche a quelle sportive. Le partite di calcio, semmai, potranno avvenire solo a porte chiude. Ma si deciderà nelle prossime ore la soluzione definitiva”.

Potenziare il sistema sanitario

Probabile un incremento del 50% dei posti nelle terapie intensive degli ospedali, ovvero dove il Coronavirus fin ad oggi ha creato maggiori pressioni.

Sforamento del deficit, sì, no. Forse

Se ne potrebbe riparlare venerdì. Ma finora le opposizioni sono uscite deluse dall’incontro. Si aspettavano un confronto sui temi economici, ma sia Conte che il ministro della salute Roberto Speranza hanno messo sul tavolo le possibili contromosse da utilizzare “alla luce di un comitato scientifico molto preoccupato”. “Sul tema economico – ha detto il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari – ci sarà un terzo decreto, ci confronteremo su quello. Sul contenimento sanitario ovviamente siamo pronti a collaborare. Le misure economiche messe in campo finora sono emergenziali, ora serve un altro provvedimento”. Anche Forza Italia non appare per niente soddisfatta, anzi. “Ci aspettavamo di parlare di misure economiche invece ci hanno detto solo che ci saranno misure di contenimento sanitario. – ha spiegato la capogruppo al Senato di Anna Maria Bernini – Noi aspettiamo il tavolo su quelle economiche. Il governo deve aprire tavoli, invece stasera non è stato affrontato il tema economico. Il governo non è ancora pronto al confronto”.

Il futuro

A chiarire le prossime mosse che il governo intende attuare è stata il capogruppo al Senato del Pd, Andrea Marcucci: “Abbiamo parlato di interventi sanitari – ha detto – Domani aspettiamo un dpcm che ci dirà quali provvedimenti il governo vuol prendere. Le misure economiche saranno oggetto di una successiva riunione. Le opposizioni hanno avuto un atteggiamento collaborativo”.

Dadone: più Smart working

Lo si legge nella nuova circolare della ministra della P.a Fabiana Dadone, con indirizzi di portata generale. “Devono essere garantiti adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete”. E se non ci sono abbastanza computer o comunque c’è “indisponibilità o insufficienza di dotazione, il dipendente che si renda disponibile può anche utilizzare propri dispositivi” come pc o tablet”.

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