Covid, in procura il banchetto di Sardara: sindaco furibondo, caccia a chi è fuggito

I sardi, da oggi in zona rossa per almeno due settimane, sono increduli: aspettano di conoscere i nomi, invocano le punizioni esemplari promesse da Solinas per chi ha sbagliato e sperano soprattutto che nulla, di questa brutta vicenda, venga insabbiato

Foto LaPresse

CAGLIARI – Il banchetto delle polemiche con 40 fra politici e dirigenti regionali, organizzato in piena zona arancione e finito con la fuga dalle finestre per non farsi identificare, approda inevitabilmente sul tavolo del procuratore di Cagliari. Sarà la guardia di finanza, che ha messo a segno il blitz, a fornire la documentazione al procuratore Maria Alessandra Pelagatti, su sua stessa richiesta, per poter individuare eventuali ipotesi di reato. I fatti sono noti, ormai a livello nazionale. Mercoledì scorso, una quarantina di persone con incarichi politici e dirigenziali a livello regionale, ha organizzato un banchetto nel ristorante dell’hotel all’interno delle terme di Sardara, località del sud Sardegna.

La soffiata

La soffiata è arrivata alle fiamme gialle da qualche residente in zona, insospettito dalle tante auto parcheggiate. All’arrivo della finanza, scene da film, con circa la metà dei commensali fuggiti, molti addirittura dalle finestre, per non farsi identificare. In 18, invece, non si sono dati alla macchia (letteralmente, visto che tutt’intorno la struttura è circondata da una fitta vegetazione) e sono stati identificati. Mentre il titolare è stato già multato per non aver registrato i presenti. Non è fuggito il capo del corpo forestale regionale, Antonio Casula, a cui la regione ha affidato la stretta proprio sui controlli anti covid, per verificare che turisti in arrivo in porti e aeroporti e cittadini sardi rispettino rigorosamente le regole.

La linea del sindaco

Casula ha ammesso di essere stato presente nella struttura. Ma in una stanza adiacente a quella del banchetto, impegnato in una videoconferenza con dirigenti regionali per discutere della richiesta di ampliamento della struttura. Circostanza smentita su tutta la linea dal sindaco di Sardara, Roberto Montisci, visto che la struttura delle terme è di proprietà comunale. “Non esiste nessuna richiesta di ampliamento e, se ci fosse stata, sarebbe stata discussa in municipio, non certo in un ristorante. Nessuno della mia amministrazione era presente al banchetto, ma resta una grande amarezza di fronte a un episodio così riprovevole”. A questo, Casula non ha voluto replicare. E mentre si intensificano le voci sull’assenza al convivio di consiglieri e assessori regionali, la titolare dell’Agricoltura Gabriella Murgia preferisce mettere nero su bianco. E, in un post su Facebook, scrive: “Io non c’ero, è triste doverlo precisare”.

La vicenda

Triste è la vicenda in sé, in un momento in cui cittadini e titolari di attività sono esasperati da un anno di pandemia e disastro economico. I politici, va da sé, dovrebbero dare l’esempio. È questa la linea ribadita dal governatore Christian Solinas, che annuncia ogni provvedimento rientri nelle sue competenze. Chi era a quel banchetto, garantisce il presidente, è assolutamente incompatibile con ruoli dirigenziali in regione. E mentre sui social impazzano fotomontaggi, con battute di ogni tipo e decine di liste di nomi, è caccia aperta ai fuggitivi. I sardi, da oggi in zona rossa per almeno due settimane, sono increduli. Aspettano di conoscere i nomi, invocano le punizioni esemplari promesse da Solinas per chi ha sbagliato e sperano soprattutto che nulla, di questa brutta vicenda, venga insabbiato.

(LaPresse/di Sara Panarelli)

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