Covid, riesplode la pandemia e sale il numero di decessi

Covid, riesplode la pandemiaia e sale il numero di decessi
Covid, riesplode la pandemiaia e sale il numero di decessi

NAPOLI – Nessuno se lo aspettava, e invece eccola qui: la nuova, l’ennesima, ondata di Covid. E d’estate. Questo mese di luglio, contrariamente alle previsioni di tutti, si è aperto e purtroppo di giorno in giorno si conferma essere tra i peggiori dal punto di vista della recrudescenza del virus, che torna a far paura.

Il boom di infezioni riguarda tutto il Paese da Nord a Sud, ma è proprio nella nostra Regione che la situazione si sta facendo particolarmente allarmante, di nuovo. Partiamo dai dati: in 48 ore (da domenica a ieri), in Campania il numero di positivi è letteralmente salito alle stelle: quasi 16mila nuovi casi in soli due giorni, con un tasso di incidenza che ieri si è attestato al 31,07%, in risalita rispetto alle 24 ore precedenti, anche per via del minor numero di test effettuati domenica. 

Con questi numeri, la Campania è tra le Regioni d’Italia con il più alto numero giornaliero di contagi: ieri prima nella triste classifica italiana con 4.991
nuovi positivi.

Ma oltre alle infezioni,  tornano a crescere  due dati in particolare: ricoveri e decessi. Partiamo dai primi: mentre migliora la situazione nelle terapie intensive, con 6 ricoveri in meno (per un totale di 28 pazienti complessivamente), ieri il bollettino regionale ha segnalato una decisa impennata di ricoveri ordinari, che salgono a quota 722. In un giorno sono cresciuti di 73 unità. In percentuali, oltre il 10 per cento di crescita in sole 24 ore, con, lo ripetiamo idealmente scandendo le sillabe, settantatrè persone in più ricoverate per Covid. Cosa sta a significare questo? Che la pressione sugli ospedali torna a crescere, e il contagio a macchia di leopardo si spande di nuovo tra le corsie degli ospedali in cui il virus corre e si diffonde con una facilità straordinaria. 

L’altro dato allarmante riguarda i decessi. Se domenica la Regione, con un certo sollievo da parte di tutti i campani, comunicava che sì c’erano oltre 11mila nuovi casi, ma nessuna vittima, ieri la situazione si è completamente e drammaticamente ribaltata. Trenta i decessi, 30 morti in più, 30 persone che si aggiungono al terribile bollettino delle persone uccise dal Covid. Emblematico il modo in cui questo numero è stato comunicato: sei le vittime decedute nelle ultime 24 ore, e ben 26 decedute “in precedenza ma registrate ieri”. Un’espressione, questa tra virgolette, a cui l’Unità di Crisi ci ha abituati: riconteggi, ri-calcoli che scandiscono l’ecatombe provocata dal Covid in Campania. Di solito il dato del riconteggio riguarda un numero a una sola cifra. Ieri, invece, la doccia fredda. E la domanda che sorge inevitabile: 26 persone decedute che non erano state ancora considerate nel bollettino dei decessi fino ad oggi, com’è possibile?

Passiamo ora ad analizzare l’altro fronte della pandemia, quello dei vaccini. La campagna vaccinale nel fine settimana è rimasta praticamente ferma, mentre ieri c’è stato un balzo in avanti con 1.693 dosi giornaliere. Il dato più rilevante è quello delle prime dosi (le persone che per la prima volta hanno scelto di immunizzarsi contro il Covid): 30 persone ieri si sono convinte a vaccinarsi. L’altro dato importante è quello che concerne le dosi booster: 510 ieri le terze dosi, 1.131 le quarte dosi. Ed è proprio su quest’ultimo dato che vale la pena soffermarsi: la Campania ha dato l’ok per la somministrazione delle quarte dosi del vaccino, ma poco ha spinto, di fatto, affinché l’ultimo richiamo del siero diventi capillare. Poco convincente la campagna vaccinale, con zero impulso da parte dei vertici sanitari che per le precedenti dosi si sono invece largamente prodigate in un’opera di convincimento della popolazione. E, soprattutto, poca disponibilità da parte dei centri vaccinali. Basti pensare che tutti gli hub aperti dall’anno scorso in poi sono stati chiusi. Una mossa probabilmente poco azzeccata: cosa si sta aspettando per riaprire almeno uno dei grandi centri di vaccinazione in cui la popolazione può recarsi, di nuovo in massa, a proteggersi contro il virus? Questo immobilismo potrebbe spiegare, almeno in parte, la reticenza della stragrande maggior parte della popolazione campana che, almeno per ora, sembra non voler sentir parlare di quarto richiamo. 

Nei fatti, quindi, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca pare essere solo impegnato a costruire la prossima polemica, a scrivere il solito discorso allarmistico, a preparare una sceneggiata delle sue. Ma, oltre alle parole, i fatti stanno a zero. Mentre i contagi stanno a mille.

Virus: ospedali invasi e pianificazione a zero

Napoli affronta una nuova emergenza, e gli ospedali tornano a riempirsi di casi positivi. Il Cardarelli, il nosocomio più colpito dalla pandemia per l’altissimo numero di accessi giornalieri e quindi per la probabilità sempre altissima di introdurre positivi in corsia, si prepara ad aprire il padiglione M, vale a dire l’area già in precedenza dedicata ai pazienti infetti e che era chiusa ormai da mesi. E nel frattempo, nel Pronto soccorso, le solite barelle non accennano a svanire, tra i mille sforzi del personale sanitario. Poco l’aiuto che arriva dagli altri nosocomi, su tutto l’Ospedale del Mare, quello deputato, in teoria, a smaltire il carico del Cardarelli. Scarsissimo anche il contributo del Loreto Mare e del San Giovanni Bosco, mentre una novità sembra arrivare sul fronte di quegli ospedali rimasti nell’ombra. Oggi al Palazzo Santa Lucia sarà presentato un piano per il recupero e la rifunzionalizzazione di tre ospedali storici
per la realizzazione di Case della Salute destinate all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria di prossimità. Tale cronoprogramma riguarda l’ospedale San Gennaro, l’Annunziata e l’Incurabili. Una iniziativa che potrebbe rappresentare una svolta dal punto di vista dell’assistenza e della medicina territoriale, negli ultimi anni e mesi ridotta al lumicino. Ma persiste la diffidenza di chi da anni si batte per la riapertura di questi ospedali, su tutti il Comitato per la riapertura del San Gennaro: “L’esperienza ci consiglia di non esultare e di non affidarsi alle istituzioni che, senza vigilanza e il controllo popolare, hanno più volte dimostrato di avere scarso interesse ai bisogni della popolazione”, dicono gli attivisti. 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome