CAPUA – Dalle mani di Angela Iovene e del marito Rodolfo Statuto, condannato per camorra nel 2006 (processo Spartacus), a quelle di Domenico Pagano, costruttore di Trentola Ducenta, e di Gabriele Repino, imprenditore di Giugliano in Campania: è la storia, recente, di un’importante struttura capuana. Parliamo del ‘Palazzo delle cento persone’, comprato nel 2008 ad un’asta giudiziaria dalla Immobiliare Generali, società amministrata proprio da Repino e Pagano. Il vero obiettivo dell’acquisizione sarebbe stato trasformare lo stabile in una residenza sanitaria assistenziale (Rsa). I titolari della Immobiliare volevano riuscirci, sostengono i militari dell’Arma del Nucleo investigativo di Caserta, con la collaborazione di Carmine Antropoli, chirurgo ed ex sindaco di Capua.
I contatti del chirurgo
L’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, tesa a far luce sulle presunte ingerenze della criminalità organizzata a Capua, avrebbe fatto emergere quello che è stato definito un “interessamento smisurato” da parte di Antropoli per realizzare la Rsa.
L’ex primo cittadino avrebbe messo in campo tutte le sue relazioni per comprendere come far concretizzare il business a Repino e Pagano. Il 4 luglio 2016 i carabinieri intercettano una chiamata di Antropoli ad Aldo Patriciello, europarlamentare di Forza Italia e soprattutto patron dell’istituto neurologico mediterraneo ‘Neuromed’. “[…] Senti io ti devo parlare anche di un fatto professionale – dice il chirurgo -.[…] Ci sono degli amici che hanno avuto un accreditamento per una Rsa a Capua per 49 posti. Hanno la struttura, hanno tutto. Ma sai… tu puoi essere interessato o sai chi può essere interessato?”. Patriciello, però, lo ferma: “E’ un settore che non è il nostro, Carmine”. “Non è vostro Rsa. E quali sono i settori interessati a questa cosa?”, chiede il chirurgo. “Ma noi siamo solo sugli acuti. Però parliamone un po’, dai. Vediamoci un po’. Mi fa piacere…”, chiude l’europarlamentare. Insomma, il tentativo di ‘piazzarla’ al patron di Neuromed non va a buon fine.
Altre conversazioni, registrate qualche mese prima, tra ottobre e dicembre 2015, secondo i militari hanno documentato come Antropoli si fosse prodigato per sollecitare il rilascio di autorizzazioni e pareri della Regione, dell’Asl di Caserta e del distretto Asl di Capua sempre per realizzare la Rsa a Capua. Contatta l’avvocato Luciano Podda, all’epoca funzionario della giunta della Regione, Consalvo Sperandeo, al tempo guida dell’ufficio Servizio igiene e sanità pubblica del dipartimento di prevenzione dell’Asl di Caserta. In un circostanza il chirurgo si sarebbe recato anche di persona presso gli uffici dell’Azienda sanitaria locale per sincerarsi del buon andamento della pratica.
Antropoli, il 17 ottobre 2015, chiama pure Ciro Verdoliva, in quel periodo direttore generale del Cardarelli, chiedendogli delucidazioni circa le procedure d’acquisto di arredi e altro per una Rsa.
I collaboratori di giustizia
Del Palazzo delle cento persone hanno riferito alla Dda anche diversi pentiti. Francesco Zagaria, alias Ciccio ‘e Brezza, ha raccontato al pm Maurizio Giordano di aver appreso direttamente da Antropoli che la proprietà del palazzo era condivisa da Pagano e Nicola Schiavone, circostanza confermata pure da quest’ultimo. Il figlio del capoclan Francesco Sandokan ha sostenuto di aver versato 500mila euro, come sua quota, per l’acquisto dell’immobile.
Il processo
L’acquisto del ‘Palazzo delle cento persone’, situato in corso Gran Priorato di Malta, e il tentativo di trasformarlo in una Rsa, rappresentano due dei temi dell’indagine, coordinata dalla Dda, che rischia di portare a processo per associazione mafiosa Domenico Pagano e altri 8 imputati. Tra loro c’è pure Antropoli, che risponde di turbativa d’asta e corruzione con l’aggravante mafiosa. Patriciello, Podda, Sperandeo e Repino sono estranei all’iter giudiziario che coinvolge costruttore ed ex sindaco. Antropoli è già stato assolto in primo grado dal reato di concorso esterno al clan dei Casalesi, ma contro tale verdetto la Procura distrettuale di Napoli ha presentato ricorso.
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