L’intercettazione. Greco a Capaldo: “Ho trascorso la Pasquetta con Antropoli”

Carmine Antropoli e Adolfo Greco

CASERTA – Le relazioni sono tutto, soprattutto nel mondo dell’imprenditoria. E Adolfo Greco, le coltivava a 360 gradi. Ogni occasione per conoscere, stringere legami andava sfruttata. E i suoi contatti gli avrebbero permesso anche di trascorrere la Pasquetta, nel 2015, a casa di Carmine Antropoli sindaco di Capua dal 2006 al 2016. Nessun reato: si può ancora pranzare liberamente. Ma l’episodio, che emerge da un’intercettazione ambientale di 5 anni fa, va a dimostrare la capacità dello stabiese di tessere rapporti in ogni parte della Campania.

A raccontare a Nicola Capaldo di aver passato il Lunedì in Albis con Antropoli è direttamente Greco.

“Ho visto là la macchina, un giorno a… come si esce dal ponte. La casa là dentro?”, chiedeva il nipote del boss Zagaria. “…Come scende il ponte… la casa del sindaco”, rispondeva l’imprenditore. “Eh – confermava Capaldo – io vidi la macchina vostra. Stavate con l’Audi?”. “Con l’Audi”, annuiva Greco. “Eh, allora l’ho vista, perché sono passato io. Conobbi la targa. Andai a mangiare io più avanti, a Caiazzo. E allora perciò vidi la macchina”. “Noi – spiegava Greco – siamo stati lì, là abita il sindaco di Capua, Antropoli. Io la lascia là e disse: ‘Ma mettila dentro’ […] Andammo là un sacco di noi. Il professore Piazza, il chirurgo Piazza, Carmine, ci stava mio cognato (Leopoldo Verde, marito di Anna Rega), poi lo venne a trovare […] quello che comanda tutta la polizia stradale della Campania e del Molise (tutti estranei all’inchiesta ed innocente fino a prova contraria)”.

La conversazione è stata inserita dalla Squadra Mobile di Napoli e dagli agenti del commissariato di Castellammare di Stabia nell’indagine che lo scorso gennaio ha portato all’arresto Greco (ora ai domiciliari) per concorso esterno al clan dei Casalesi (clicca qui per leggere).

Antropoli sta affrontando, a piede libero, un processo, dinanzi alla Corte d’Assise di S. Maria Capua Vetere con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa: avrebbe stretto un patto politico-camorristico con presunti esponenti della fazione Zagaria. Ma l’indagine che lo ha trascinato a giudizio non è collegata con quella che ha portato all’arresto Greco.


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