Dagli accordi di governo guadagna di più il M5s o la Lega?

I dati dicono che la vittoria della Lega nei confronti degli alleati di governo è netta. Il M5s, però, ha dalla sua il poter essere l'ago della bilancia ai prossimi ballottaggi per le Amministrative

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse
Di Dario Borriello

ROMA (LaPresse) – L’Italia torna al voto per la seconda volta da quando è in carica il governo giallo-verde. I risultati del ballottaggio di domenica prossima non potranno di certo cambiare gli accordi di governo tra il Movimento 5 Stelle e la Lega. Ma saranno molto utili a capire se questo primo mese di lavoro ha spostato la geografia del consenso politico verso via Bellerio oppure verso il ‘Sacro Blog’. In fin dei conti la domanda che in molti si pongono è proprio questa. E’ stato Salvini a ‘fagocitare’ i voti dei Cinquestelle o Di Maio a scardinare l’elettorato fedele ai valori di Pontida?

Fermandosi solo alla lettura dei sondaggi delle ultime settimane non ci sarebbe proprio partita

La Lega avrebbe ‘asfaltato’ gli alleati. Le stime, però, non sempre sono esatte o infallibili. Ecco perché l’attesa è per vedere sul campo a chi ha portato maggiori giovamenti il famigerato ‘contratto’ e chi invece sarà costretto a farsi una profonda analisi di coscienza. La partita, ad ogni modo, presenta degli handicap non di poco conto. A partire dal fatto che il M5S non è presente al secondo turno in nessuno dei Comuni ‘maggiori’. Quelli con più di 15 mila abitanti, ma può giocare comunque un ruolo determinate. La sfida principale sarà tra le coalizioni ‘classiche’. Centrodestra contro centrosinistra, ma i pentastellati chi decideranno di favorire?

Sia Salvini che Di Maio hanno sempre detto che l’esecutivo è un conto, l’agone politico un altro

Nel primo caso Lega e Cinquestelle viaggiano di comune e melodioso accordo, ma poi nella ‘vita reale’ ognuno va per la sua strada, avversari come sempre. In effetti per i ballottaggi in cui non sono presenti i loro colori, né Di Maio né i suoi uomini si sono prodigati in endorsement verso l’una o l’altra parte. Inconsciamente però questa comune responsabilità di governo potrebbe risultare determinante, se l’elettorato giallo avesse preso talmente a cuore la tenuta dell’accordo.

Una fotografia l’ha scattata l’Istituto “Cattaneo”

In 19 comuni su 76 che sono dovuti ricorrere un secondo turno per la scelta del sindaco, “il Movimento 5 stelle si trova ad essere il terzo classificato. Un esito che non gli ha consentito di accedere al secondo turno. Ma che permette ai suoi elettori di giocare un ruolo decisivo nella contesa tra i due candidati più votati”. Perché, specifica l’IC “quasi nella metà dei ballottaggi (36 su 76) il Movimento giocherà un ruolo secondario o marginale. Poiché la sua lista è arrivata solamente quarta, quinta o sesta, lasciando spazio a candidati di altra provenienza (civiche e derivanti da divisioni negli schieramenti principali)”. Almeno il capo politico pentastellato potrà rivendicare di aver sempre detto la verità, quando affermava che i Cinquestelle sarebbero stati “l’ago della bilancia”. Solo che lo è diventato per la vittoria dei suoi competitor.

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