David Sassoli: una vita spesa tra giornalismo e politica

©Cosima Scavolini/Lapresse 26-11-2007 Roma Interni Presentazione delle nuove rubriche del TG 1 Nella foto David Sassoli ©Cosima Scavolini/Lapresse 26-11-2007 Rome In the photo David Sassoli

PORDENONE – Aveva 65 anni David Sassoli, volto familiare del Tg1 di cui è stato anche vicedirettore durante ai tempi di Gianni Riotta. Sposato, con due figli, viveva a Roma, ma il lavoro lo portava spesso a viaggiare per raggiungere Firenze e Bruxelles dove dal 2019 era diventato Presidente del Parlamento europeo.

La formazione
Nato a Firenze il 30 maggio del 1956, già da ragazzo aveva frequentato l’Agesci, Associazione guide e scout cattolici italiani e da piccolo aveva collaborato con giornali e agenzie di stampa prima di passare ad una grande testata nazionale come ‘Il Giorno’ e la Rai, con il Tg1. Poi nella sua vita prendeva il sopravvento la politica, altra grande passione. Nel 2009 veniva candidato come capolista del Partito democratico nella circoscrizione Italia centrale poi eletto con oltre 400mila preferenze, divenendo così capo della delegazione del Pd al Parlamento europeo.

Il percorso
Nel 2013 ha tentato la scalata sindaco della Capitale nelle fila del Pd affiancato da Dario Franceschini, giungendo però solo secondo e davanti a Paolo Gentiloni, ottenendo la metà dei voti di Ignazio Marino. Sono stati ben 10 gli anni trascorsi tra Bruxelles e Strasburgo divenendo dal 2014 al 2019 vicepresidente per l’intero mandato. Il suo incarico lo aveva portato a seguire soprattutto i trasporti, la politica euro-mediterranea e il bilancio. Ma all’inizio del suo terzo mandato nel 2019 veniva eletto a suffragio universale Presidente del Parlamento europeo, facendo seguito ad Antonio Tajani.

Il suo primo intervento
Sostanziale il suo primo intervento sulla necessità di invertire la rotta su una problematica che abbraccia l’intero globo terracqueo: il cambiamento climatico oltre a dover “rafforzare la democrazia parlamentare e promuovere i valori europei”. Memorabile il suo impegno durante la pandemia da Covid per il prosieguo dei lavori al Parlamento introducendo nel marzo 2020 per la prima volta nella storia dibattiti e votazioni a distanza. Il suo mandato sarebbe terminato a giorni, ma la malattia già nel settembre scorso lo aveva costretto ad un ricovero in ospedale. Poi un secondo ricovero in Italia al Cro’ di Aviano lo scorso 26 dicembre per complicanze al sistema immunitario. La morte sopraggiunta all’1,15 di questa notte.   

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