Decreto Liquidità, le Banche avvertono: norme non ancora applicabili. Sul testo nodi da sciogliere

L'ABI invita tutti a chiamare il proprio istituto prima di recarsi in filiale. Norme non operative

Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse

ROMA – Quattrocento miliardi mobilitati con il Decreto Liquidità, che portano l’ammontare complessivo a 750 se si tiene conto anche del decreto Cura Italia; 30 da appostare subito – probabilmente con il decreto Aprile – per le garanzie statali alla liquidità delle imprese. Ma serve l’ok dell’Europa per partire. E “auspichiamo che tale processo si esaurisca nel minor tempo possibile”, dicono Abi e sindacati di categoria Fabi First-Cisl Fisac-Cgil Uilca Unisin. Invitando tutte le persone interessate a contattare la propria banca telefonicamente per avere informazioni recandosi successivamente in filiale solo dopo aver fissato l’appuntamento. Insomma, inutile presentarsi oggi in banca sperando di ottenere subito il prestito.

Nodi ancora da sciogliere

“Le persone che lavorano in Banca sono a fianco dei clienti e compiono ogni sforzo possibile per aiutarli. Per questo hanno bisogno che le norme, oltre ad essere chiare e complete, siano immediatamente applicabili”, aggiunge. Nel frattempo l’associazione bancaria ha già avviato una task force con Sace, la controllata di Cdp coinvolta nell’operazione, per analizzare e rendere operativi tutti gli aspetti connessi alle nuove disposizioni contenute nel Decreto legge. In attesa di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, “con l’obiettivo di operare sin d’ora per sostenere le imprese italiane nel reperire liquidità e finanziamenti necessari per fronteggiare l’emergenza Covid-19 e garantire continuità alle attività economiche e d’impresa”. Per ora però rimangono diversi punti da sciogliere. Il testo, che nel frattempo è diventato un tomo da mille pagine, è alle limature finali, spiega chi segue il dossier.

Garanzie statali alle imprese

Finanziamenti alle imprese – attraverso gli istituti bancari – garantiti dallo Stato attraverso Sace. Le aziende con meno di 5mila dipendenti in Italia e un fatturato inferiore a 1,5 miliardi ottengono una copertura pari al 90% dell’importo del finanziamento richiesto. E per queste è prevista una procedura semplificata per l’accesso alla garanzia. Si scende all’80% oltre i 5mila dipendenti e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro e al 70% con fatturato sopra i 5 miliardi. L’importo della garanzia non potrà superare il 25% del fatturato registrato nel 2019 o il doppio del costo del personale sostenuto dall’azienda che non potrà distribuire dividendi. I prestiti vanno restituiti entro sei anni.

Pmi

Viene potenziato il fondo di garanzia aumentandone la dotazione finanziaria di circa 7 miliardi entro la fine dell’anno e la capacità di generare circa 100 miliardi di euro di liquidità anche per le aziende fino a 499 dipendenti e i professionisti. Previsto un forte snellimento delle procedure burocratiche. In particolare per professionisti, negozianti, autonomi e piccoli imprenditori per i quali è prevista la garanzia al 100% per i prestiti fino a 25mila euro. E comunque non oltre il 25% del fatturato, senza alcuna valutazione del merito di credito e senza attendere il via libera del fondo. Per i prestiti fino a 800mila euro la garanzia è al 100%, 90% Stato e 10% Confidi, senza valutazione andamentale; garanzia al 90% per i prestiti fino a 5 milioni, posta da Confidi, senza valutazione andamentale. Anche qui i prestiti andranno restituiti entro sei anni.

Export

Duecento miliardi sono dedicati al mercato internazionale. L’intervento introduce un sistema di coassicurazione in base al quale gli impegni derivanti dall’attività assicurativa di Sace sono assunti dallo Stato per il 90% e dalla stessa società per il restante 10%.

Stop ai versamenti

Stop a versamenti Iva, contributi e ritenute per lavoratori e imprese anche ad aprile e maggio per chi registra un calo di fatturato di almeno il 33% per ricavi/compensi sotto i 50 milioni e di almeno il 50% sopra tale soglia. Nessuna soglia di fatturato invece per i residenti di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza. Sono sospesi in ogni caso i versamenti per i soggetti che hanno iniziato ad operare dal primo aprile 2019. Da giugno, quando finirà lo stop, si potrà pagare in un’unica soluzione entro fine mese o in cinque rate.

Ritenute per gli autonomi

Stop alle ritenute d’acconto anche per le scadenze di aprile e maggio per i professionisti con ricavi o compensi fino a 400mila euro tra il 17 marzo (quando è entrato in vigore il Cura Italia) e il 31 maggio. I versamenti andranno effettuati entro il 31 luglio in un’unica soluzione, o in cinque rate.

Cud

È esteso al 16 aprile il termine per i versamenti in scadenza il 20 marzo scorso. E la scadenza per l’invio della Certificazione Unica è stata prorogata dal 31 marzo al 30 aprile.

Mascherine

Il credito d’imposta al 50% per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro previsto dal Cura Italia viene allargato anche all’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, mascherine e occhiali.

Prima casa

Sospesi fino al 31 dicembre 2020 i termini per le agevolazioni fiscali sulla prima casa. Ovvero i 18 mesi entro i quali si deve trasferire la residenza nel comune in cui si trova l’abitazione e i 12 mesi in cui chi vende la prima casa deve acquistare un immobile da adibire ad abitazione principale.

(LaPresse)

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