Desirée, cade l’accusa di omicidio per 2 arrestati. Per la procura resta stupro di gruppo

Restano in carcere i quattro indagati arrestati poco dopo la morte della giovane e un pusher 36enne

Gli striscioni per Desirée a San Lorenzo (Foto Vincenzo Livieri - LaPresse)

ROMA (LaPresse) – Caso Desirée. Dopo la decisione del tribunale del Riesame di Roma che ha fatto cadere l’accusa di omicidio per due degli arrestati, non cambia la linea della procura nell’inchiesta sulla morte di Desiree Mariottini. Secondo gli inquirenti gli spacciatori diedero alla sedicenne una quantità di droga sufficiente ad ucciderla e ne erano consapevoli.

Cade l’accusa di omicidio per 2 arrestati

Il tribunale del riesame ha invece fatto cadere l’accusa di omicidio nei confronti di Alinno Chima e Brian Minteh. E con tutta probabilità la stessa sorte toccherà alle accuse per le quali è indagato Mamadou Gara, il terzo straniero fermato a Roma. E la cui udienza è fissata per domani.

Nei confronti dei due stranieri le cui posizioni sono già state esaminate, il giudice ha anche derubricato l’accusa di violenza sessuale, che c’è stata ma non viene considerata di gruppo. Restano le accuse di spaccio.

Caso Desirée, domani sarà interrogato il pusher

Per Yousif Salia, l’uomo fermato a Foggia, l’accusa di omicidio era caduta già in sede di convalida del fermo. Restano in carcere i quattro indagati arrestati poco dopo la morte della giovane e Marco Mancini, il pusher 36enne che, nell’ambito dell’inchiesta è accusato di spaccio. Per lui si terrà domani a Regina Coeli l’interrogatorio di convalida.

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