Di Maio, Grillo e Casaleggio cambiano le regole del M5S per smania di vittoria

Decidono in tre, chi non è d'accordo è fuori

Foto LaPresse - Alessandro Pone 12 Febbraio 2018 Napoli Elezioni politiche 2018, il tour di Luigi Di Maio di Campania leader del Movimento 5 stelle. La terza tappa della giornata è a Torre Del Greco. Sul palco con lui anche Beppe Grillo. Nella foto: Luigi Di Maio, Beppe Grillo Photo LaPresse - Alessandro Pone 12 February 2018 Naples (Italy) Political elections 2018, Luigi's tour in Campania leader of Movimento 5 stelle. The third stage of the day is at Torre del Greco with Beppe Grillo. In this picture Beppe Grillo and Luigi Di Maio

Vertice romano per il vicepremier Luigi Di Maio, il comico garante del M5S Beppe Grillo e il fondatore della piattaforma Rousseau Davide Casaleggio. La decisione è presa: l’organizzazione del Movimento va cambiata per vincere le elezioni. Sia Di Maio che Grillo negano ci siano stati screzi tra di loro.

I tre ‘capetti’

Hanno scelto un hotel di Roma per discutere del futuro del M5S. “Concordiamo tutti che serva un’organizzazione del M5S sia a livello nazionale che territoriale – spiega Di Maio – per essere più competitivi alle amministrative”. Questo fa pensare che l’apertura alle liste civiche sia ben più che un’ipotesi. I 5 Stelle sono pronti agli inciuci, il governo giallo-verde ha fatto da apripista alle alleanze. Probabile venga meno anche la regola dei due mandati.

Destinati a perdere

L’intento di far credere che alle amministrative i grillini siano destinati a perdere senza le alleanze, si scontra con la realtà: i 5 Stelle guidano diversi Comuni, tra tutti, la capitale con Virginia Raggi. Ma non basta, i pentastellati vogliono vincere anche le regionali. Dopo la sconfitta in Abruzzo si preparano alla debacle in Sardegna. Per vincere bisogna cambiare. E’ questo quello che pensano Di Maio, Grillo e Casaleggio ed è quello che accadrà, chi non sarà d’accordo sarà fuori.

Malumori e ripicche

All’interno del M5S c’è maretta dopo che il 59% degli iscritti a Rousseau ha deciso di negare l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini sul caso Diciotti. La preoccupazione che in Senato i dissidenti possano tentare di capovolgere il voto online. Ma Di Maio sminuisce: “Se gli iscritti decidono una linea sono contento se sento dei senatori dire che si adeguano – sostiene – Anche io a volte sono stato in minoranza ma mi sono adeguato a votare perché quello é un momento di unione”.


Autonomia e Tav pomi della discordia

La tenuta del M5S è a rischio non solo per i cambiamenti previsti, ma anche per i provvedimenti in discussione in Parlamento su cui manca la quadra con la Lega. Ogni decisione sulla Tav viene rimandata a dopo le elezioni europee, probabile che anche la questione del regionalismo differenziato venga affrontata più in là nel tempo. Per ora a buttare acqua sulle polemiche ci pensa il premier Giuseppe Conte. “Posso assicurare che il complesso procedimento che si sta dipanando coniugherà, in piena conformità con la nostra architettura costituzionale, il rafforzamento dell’autonomia regionale, con la salvaguardia della solidarietà e della coesione nazionale”.

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