Elezioni europee, cambia il Parlamento di Strasburgo. Bene i sovranisti di Francia, Italia e Inghilterra, ma non basta per la maggioranza

Dopo il voto di ieri i (PPE) e i socialisti (S&D), pur mantenendosi i gruppi politici più votati, hanno perso la maggioranza. I liberali dell’Alde e i Verdi potrebbero quindi diventare un importante ago della bilancia nel stabilire le alleanze future

France's far-right party Rassemblement National (RN) president Marine Le Pen addresses a press conference on May 18, 2019 in Milan where they came to attend a rally gathering leaders of 12 far-right parties marching seeking to forge a united front ahead of European elections. (Photo by Miguel MEDINA / AFP)

STRASBURGO – Cambia il Parlamento europeo: popolari e socialisti, pur mantenendosi i gruppi politici più votati, hanno perso la maggioranza. Secondo i voti ottenuti, infatti, i popolari andranno ad occupare 179 seggi mentre i socialisti ne conquisteranno 150. Insieme le due compagini arriverebbero quindi a quota 329, mentre la maggioranza, su 751 seggi totali, è fissata a 376

L’Alde o i verdi l’ago della bilancia

Questa volta, per raggiungerla socialisti e popolari guardano all’Alde, il gruppo dei liberali guidati da Guy Verhofstadt che ha dimostrato un aumento importante di voti, con 107 seggi guadagnati o ai verdi che potrebbero quindi diventare un importante ago della bilancia nel stabilire le alleanze future. Solo così i popolari, i socialisti e i liberali potrebbero avere la maggioranza nell’Europarlamento con 436 scanni. Se si aggiungessero anche i Verdi, con i loro 70 seggi, si salirebbe addirittura a 506.

Le coalizioni devono ancora essere definite, ma è fin da ora è chiaro che spetterà ai liberali e agli ambientalisti costituire l’ago della bilancia. Sebbene i popolari e i socialisti si siano confermati rispettivamente come primo e secondo partito in seno all’Unione, il calo importante di voti rappresenta un chiaro messaggio da parte degli elettori.

Calano i conservatori, bene l’Enf

I conservatori dell’Ecr, di cui fa parte anche Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, ottengono 58 seggi, in calo rispetto ai risultati del 2014. I sovranisti dell’Enf, il gruppo politico in cui si inserisce la Lega, aumenta i propri consensi rispetto alle ultime votazioni, ma comunque non sfonda, fermandosi a 58 scanni. Se questi gruppi sono aumentati in Italia, dove il Carroccio si è affermato il primo partito con oltre il 34%, in Francia, dove Marine Le Pen ha superato il presidente Emmanuel Macron, e nel Regno Unito, in cui si è affermato con un importante distacco Nigel Farage, restano comunque in minoranza nell’Europarlamento. Risulta quindi difficilmente attuabile l’alleanza fra il centrodestra dei popolari e i gruppi della destra sovranista.

No ai nazionalismi

Lo Spitezenkandidat del PPE, Manfred Weber, rivendicando il vertice della Commissione europea, ha anche già precisato che non lavorerà con “coloro che vogliono distruggere l’Europa”, affermando come il suo gruppo politico si impegnerà invece per difenderla “contro i nazionalismi”. L’Efdd, il gruppo basato su una linea euroscettica a cui si riconduce il Movimento Cinque Stelle, aumenta leggermente i propri seggi a 54, ma non registra il boom. I gruppi della sinistra, Gue/Ngl, invece osservano un calo, conquistando solo 38 seggi. Ci sono poi 7 scanni in cui siederanno dei non iscritti e altri 28 destinati a membri non affiliati ad alcun gruppo.

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