Eni Nigeria, l’ex consigliere Litvack: “Consigli sbagliati, avvisai Descalzi”

Nel processo sulla presunta maxi tangente versata a politici nigeriani e all'allora ministro del petrolio Dan Etete sono imputate 15 persone

LaPresse/Vincenzo Livieri

MILANO – L’ex consigliere indipendente di Eni Karina Litvack ha detto, nel corso dell’udienza del processo Eni Nigeria per la presunta maxi tangente da un miliardo e 92 milioni di dollari che sarebbe stata pagata in cambio della concessione sul giacimento Opl 245, di aver messo in guardia l’attaule a.d. di Eni Claudio Descalzi da “consigli sbagliati” sull’operazione.

Karina Litvack mise in guardia Descalzi da consigli sbagliati

La conversazione sarebbe avvenuta nel corso di una cena di lavoro tra l’ex consigliera e Descalzi avvenuto qualche giorno dopo una combattuta riunione del Cda sulla vicenda Nigeria. Karina Litvack è stata poi estromessa dal Comitato di Controllo Rischi per via dell’inchiesta sul presunto “complotto” ai danni del gruppo petrolifero. A cui lei e da Luigi Zingales, anche lui membro del Cda in qualità di indipendente, avrebbero preso parte. Complotto che poi si è rivelato “finto”.

Presunta maxi tangente, anche Eni e Shell coinvolte nel processo

Nel processo sulla presunta maxi tangente versata a politici nigeriani e all’allora ministro del petrolio Dan Etete sono imputate 15 persone. Tra cui lo stesso Descalzi, il suo predecessore Paolo Scaroni e le società Eni e Shell.

Gli ultimi sviluppi dell’indagine

Rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e del pm Sergio Spadaro, Litvack ha raccontato cosa è accaduto nel corso di una riunione molto combattuta del consiglio di amministrazione del ‘Cane a Sei zampe’ del 18 luglio 2014. A proposito del giacimento nigeriano Opl 245.

Litvack e Zingales erano propensi a non affidare una indagine interna sulla vicenda all’ora capo dell’ufficio legale di Eni, Massimo Mantovani. Per una questione di “good practices internazionale”. Descalzi, invece, da quanto ha riferito in aula l’ex consigliera di amministrazione, avrebbe reagito male. E preteso che i lavori andassero avanti.

(Lapresse)

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