Fattore dei Nuvoletta ucciso, con Schiavone pentito adesso l’indagine può essere riaperta

Nel 2018 il fratello Walter, Enrico Martinelli e Mezzero vennero arrestati: ma l’inchiesta si è arenata dopo il Riesame che scarcerò i tre mafiosi

CASAL DI PRINCIPE – Era il 18 dicembre del 1991: Stefano Izzo, guardiano dell’azienda agricola di proprietà dei Nuvoletta a Pignataro Maggiore, venne assassinato a colpi di fucile nel bar di un distributore di benzina a Pastorano. La Dda di Napoli è riuscita a tracciare il movente di quel delitto solo nel 2018, grazie alle dichiarazioni dei pentiti Cipriano D’Alessandro e Nicola Panaro, riuscendo a convincere il giudice Francesca Ferri del Tribunale di Napoli a disporre un’ordinanza di custodia cautelare per Walter Schiavone, fratello del capoclan Francesco Sandokan, Enrico Martinelli, mafioso di San Cipriano d’Aversa, e Antonio Mezzero, capozona di Grazzanise. Pochi mesi dopo, il Riesame annullò quel provvedimento e l’indagine da allora si è arenata. Gli elementi raccolti finora non sono stati ritenuti sufficienti dall’Antimafia per provare ad affrontare un processo (l’iter è andato avanti solo per i pentiti D’Alessandro e Panaro). Adesso, a dare nuovo impulso a quell’attività investigativa potrà essere la collaborazione con la giustizia di Francesco Schiavone Sandokan.
Secondo le dichiarazioni rese da D’Alessandro, il fattore dei Nuvoletta venne assassinato perché aveva fatto da specchiettista dell’omicidio di Emilio Martinelli, fratello di Enrico.

A dare l’ordine sarebbe stato, dice la Dda, Walter Schiavone. D’Alessandro, Martinelli, Mezzero e Panaro, invece, avrebbero partecipato al delitto in veste di esecutori materiali. Il grazzanisano e Panaro si sarebbero preoccupati, nello specifico, di segnalare la presenza della vittima al commando e verificare se ci fossero o meno forze dell’ordine.

“Stava giocando a carte sul distributore”, ha raccontato D’Alessandro. “Ci mettemmo in marcia e una volta giunti sul posto io scesi con Mezzero, il quale, come concordato, avrebbe sparato per primo. Successivamente, Martinelli si sfogò sul cadavere esplodendo vari colpi di fucile”.

Essendo un delitto maturato nell’ala schiavoniana e avvenuto in un periodo in cui Sandokan era libero, è probabile che quest’ultimo possa fornire informazioni con le quali consentire alla Dda di fare chiarezza sull’assassinio. Dei tre che furono arrestati e poi scarcerati nel 2018, Walter Schiavone e Martinelli sono ancora in carcere, mentre Mezzero si è messo la prigione alle spalle un anno fa.

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