Gas, Cingolani presenta il piano: “Con riscaldamenti giù risparmi fino a 6 mld di metri cubi l’anno”

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse Nella foto: Roberto Cingolani

ROMA – Da ottobre temperatura giù di un grado o due nelle case e negli uffici pubblici e termosifoni attivi fino a due ore in meno, con timer e termometro più rigidi dove il clima è più clemente. Roberto Cingolani presenta in Consiglio dei ministri il piano di risparmio sul gas: grazie anche all’utilizzo di combustibili alternativi per limitati periodi l’Italia potrà utilizzare dai 3 ai 6 miliardi di metri cubi di gas in meno in un anno, calcola il titolare del Mite.

Il Governo tiene sotto stretta osservazione il dossier energia e vuole farsi trovare pronto se la situazione dovesse peggiorare, ma, almeno per ora, non intende procedere con razionamenti drastici. Anche se Vladimir Putin dovesse interrompere da un giorno all’altro le forniture – è il ragionamento del ministro della Transizione ecologica -, l’Italia non sarebbe troppo nei guai, dal momento che gli ultimi accordi siglati in Africa hanno ridotto di molto la nostra dipendenza da Mosca. Gli stoccaggi, poi, spiega Cingolani a Draghi e ai colleghi, si avvicinano ormai all’83%.

Certo l’ipotesi che anche le imprese siano chiamate a contribuire al risparmio energetico con un razionamento della produzione resta sul tavolo, ma se questa misura dovesse rendersi necessaria, tutto, secondo quanto trapela, verrà stabilito di concerto con il mondo produttivo. Le difficoltà maggiori, infatti, riguardano anche il settore agroalimentare, spesso legato a stagioni o orari di produzione vincolati. A fronte di sospensioni delle macchine, il Governo pensa a interventi a tutela delle aziende.

Più che su ristori, però, viene spiegato, si ragiona su interventi di organizzazione e ottimizzazione del lavoro, con un occhio a possibili snellimenti di carattere burocratico. Ecco perché il piano sui risparmi è legato a doppio filo con il decreto ‘emergenze’ – così lo chiamano a palazzo Chigi -, che dovrebbe essere approvato la settimana prossima. Il provvedimento, oltre alla proroga degli sconti sulle bollette e del credito d’imposta per le imprese energivore e non, secondo il titolare del Mite dovrebbe prevedere un intervento “ampio” per “sostenere e far risparmiare le aziende”.

Cingolani illustra in Cdm due misure ministeriali, che dovrebbero essere pronte entro metà settembre, che riguardano l’energy release (circa 18 twh) e il gas release (circa 2 miliardi di metri cubi) a prezzi controllati per supportare le aziende energivore e gasivore. Nessuna misura, però, è la certezza, riguarderà la scuola. Cingolani lo dice chiaro rispondendo ai colleghi ministri che chiedono spiegazioni sulle ipotesi circolate su una possibile riduzione dell’orario delle lezioni e un eventuale ritorno in dad.

“Sul ritorno tra i banchi per i ragazzi il Governo e il presidente Draghi hanno fatto una battaglia durante la pandemia, assumendosi un rischio calcolato quando non era scontato farlo, e non tornerà certo indietro ora“, è la linea. E anche il possibile ricorso allo smart working per i dipendenti pubblici per ora non è all’ordine del giorno. Quanto all’illuminazione di strade e vetrine, allo stato attuale sono le diverse amministrazioni comunali ad aver risposto in modo diverso in base alle esigenze.

Adesso il Governo studia una regola-Paese che però tenga sempre conto della situazione, evitando fughe in avanti. Palazzo Chigi intende poi richiedere la collaborazione di tutti i cittadini, facendo leva più sul buon senso che sulla paura. Sulla scia delle campagne sul risparmio dell’acqua e dell’energia della Presidenza del Consiglio dei ministri, al fine di informare famiglie e imprese delle opportunità offerte dal risparmio del gas, verrà lanciata a breve una campagna informativa che spiegherà alcuni semplici accorgimenti per ridurre l’uso del gas attraverso un migliore utilizzo del riscaldamento e degli elettrodomestici.

La partita più grande, comunque, è la consapevolezza di Draghi e Cingolani, si giocherà in Europa. La trattativa va avanti sia sul tetto al prezzo del gas che sul disaccoppiamento del costo dell’energia elettrica rinnovabile rispetto all’energia prodotta con gas. Questi temi saranno sul tavolo delle prossime riunioni del 7 e 9 settembre, rispettivamente in Commissione e alla ministeriale dei 27 paesi membri. L’apertura arrivata da Berlino e la chiusura del prezzo del gas al Ttf di Amsterdam a 243 euro al megawattora (dopo il picco dei 346 raggiunti la scorsa settimana) fanno ben sperare.(LaPresse)

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