Venezia79: Alejandro González Iñárritu presenta l’intimo viaggio con ‘Bardo’

Un viaggio fisico e metaforico. L'introspezione di un illustre giornalista messicano che vive in California.

Photo by Vianney Le Caer/Invision/AP

ROMA – Un viaggio fisico e metaforico. L’introspezione di un illustre giornalista messicano che vive in California. Il suo ritorno nel paese d’origine che trasforma i ricordi in sogni. Questa è l’ultima fatica del regista Alejandro G. Iñárritu, ‘Bardo, Falsa cronica de unas cuantas verdades’ presentato nel secondo giorno della 79ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il film in concorso, è girato in 65 mm e dotato di una spettacolare fotografia del candidato all’Oscar Darius Khondji (Amour, Se7en). Scritto da Iñárritu e Nicolás Giacobone (che in precedenza avevano collaborato alla sceneggiatura vincitrice dell’Oscar Birdman o L’inaspettata virtù dell’ignoranza e a quella di Biutiful), ‘Bardo, La cronaca falsa di alcune verità’, è interpretato da Daniel Giménez Cacho e Griselda Siciliani. Oltre a Khondji, il regista ha collaborato con professionisti affermati quali il designer messicano premio Oscar Eugenio Caballero (Roma, Il labirinto di Pan) e la costumista Anna Terrazas (The Deuce, Roma). La pellicola, profondamente personale, è stata girata nella città natale di Iñárritu, Città del Messico, ed è un’esperienza immersiva epica e visivamente straordinaria. Una commedia nostalgica ambientata durante il viaggio personale di Silverio, un famoso giornalista e documentarista messicano, che vive a Los Angeles. Costretto a fare rientro nel suo paese natale in Messico, il protagonista attraversa una crisi esistenziale mentre è alle prese con la sua identità, le relazioni familiari, la follia dei suoi ricordi e il passato del suo paese. In questo intimo percorso il protagonista cerca risposte nel suo passato per riconciliare chi è nel presente. “Alcuni anni fa, mi sono accorto all’improvviso che la strada davanti a me era molto più breve di quella che avevo già percorso – racconta il regista -. Inevitabilmente, ho incominciato a esplorarla a ritroso e nel profondo, ma entrambi i sentieri sono ingannevoli e labirintici. Il tempo e lo spazio si intrecciano, e la narrazione che costituisce ‘la nostra vita’ non è molto più di un falso miraggio, composto da fatti percepiti in modo soggettivo dal nostro imperfetto sistema nervoso. La memoria non è veritiera, possiede soltanto convinzioni derivate dalle emozioni. E’ quindi la verità dell’emozione che io voglio ricercare, nell’enorme baule pieno di chimere che mi porto dietro. Avviso in anticipo: non ho trovato alcuna verità assoluta, ho solo percorso un viaggio tra realtà e immaginazione. Un sogno. I sogni, come il cinema, sono reali ma non veri, e in entrambi il tempo è liquido. Bardo è il racconto di un viaggio tra quelle due illusioni dai confini indecifrabili”.

Iñárritu ha vinto l’Oscar per il miglior film, regia e sceneggiatura nel 2014 per Birdman o l’inaspettata virtù dell’ignoranza e un secondo Oscar per la regia un anno dopo per The Revenant, con il vincitore dell’Oscar Leonardo DiCaprio. I suoi altri titoli includono i pluripremiati Biutiful (2010), Babel (2006), 21 Grams (2003) e Amores Perros (2001). Nel 2018, Iñárritu ha vinto uno Special Achievement Academy Award per la sua installazione di realtà virtuale Carne y Arena. Bardo, uscirà nelle sale di tutto il mondo, prima di debuttare su Netflix il 16 dicembre. Nella giornata di oggi, riflettori puntati anche su un altro film in concorso, ‘Tar’ di Todd Field, un tuffo nella musica classica dove Cate Blanchett interpreta Lydia Tar, musicista e compositrice, prima donna diventata direttore d’orchestra per la ‘Berlin Orchestra’.

Di Chiara Beltrami

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