Gas: Gazprom taglia del 15% la fornitura all’Italia. Cingolani: “Nessuna criticità”

Roberto Cingolani (Foto Mauro Scrobogna /LaPresse)

ROMA – La Russia stringe un altro po’ i rubinetti del gas verso l’Europa. In mattinata Gazprom ha notificato a Eni “una limitata riduzione dei flussi dal proprio fornitore russo relativamente all’approvvigionamento gas verso l’Italia”: si tratta, spiega un portavoce del cane a sei zampe, di un taglio del 15% della fornitura, di cui non sono state notificate le ragioni. Le ragioni della diminuzione non sono state al momento notificate. “Eni sta costantemente monitorando la situazione”, viene fatto sapere. Un’attenzione ribadita anche dal ministro, Roberto Cingolani, che assicura: “al momento non si riscontrano criticità”.

L’Italia non è il solo paese interessato da quella che il ministro dell’Economia tedesco, il vice cancelliere Robert Habeck, ha definito una “decisione politica”, pur assicurando anche lui che al momento il suo paese non ha problemi di approvvigionamento. Ieri Gazprom aveva annunciato un taglio del 40% della fornitura alla Germania attraverso il gasdotto Nord Stream, ufficialmente a causa dell’impossibilità di eseguire alcuni lavori di riparazione da parte di Siemens per effetto delle sanzioni imposte alla Russia. Oggi ha annunciato che interromperà il funzionamento di un altro motore a turbina a gas Siemens sullo stesso gasdotto, riducendo la capacità giornaliera della stazione di compressione di Portovaya fino a 67 milioni di metri cubi. Di conseguenza, il pompaggio – dalla notte del 16 giugno – diminuirà di un altro terzo. In una nota, la società russa ha spiegato di aver prodotto dal 1 gennaio al 15 giugno 226 miliardi di metri cubi di gas, il 6,4% in meno rispetto allo scorso anno, e di aver ridotto le esportazioni verso i paesi non CSI a 65,6 miliardi di metri cubi, il 28,9% n meno rispetto allo stesso periodo del 2021. Lo rende noto la società, mentre stanno crescendo i flussi verso la Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia nell’ambito di un contratto bilaterale a lungo termine tra Gazprom e CNPC.

Una situazione se non critica, quantomeno difficile. Guardando al prossimo inverno, ieri il presidente Arera Stefano Bessghini, in audizione al Senato, ha evidenziato “qualche rallentamento, complici i prezzi” degli stoccaggi che hanno raggiunto il 52% della capacità totale. Nel frattempo si guarda a nuove strade: il gasdotto EastMed, ha spiegato oggi in audizione alla Camera Fabrizio Mattana, executive vice president Gas assets di Edison, potrebbe esser realizzato entro il 2027, ma serve un “ritrovato supporto politico”, per il progetto “strategico per la competitività dell’Italia”. “In uno scenario oggi incerto – viene osservato – il supporto a EastMed-Poseidon offrirebbe all’Europa e in particolare all’Italia un ruolo di centralità nel processo di costruzione della diversificazione energetica”.

Corre ai ripari anche l’Europa. Ue, Egitto e Israele hanno firmato un accordo per “la fornitura stabile di gas naturale all’Ue dalla regione mediorientale”, ha annunciato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sottolineando che “questo contribuirà alla sicurezza energetica euro. L’accordo – secondo quanto spiega il ministero dell’Energia israeliano – consentirà per la prima volta esportazioni “significative” di gas israeliano all’Europa. Il gas naturale liquefatto israeliano dovrebbe essere mandato in Egitto e da lì inviato verso il mercato europeo. “L’anno scorso l’Unione europea ha importato grosso modo il 40% del suo gas dalla Russia e per questo ha avuto difficoltà a imporre sanzioni a Mosca in relazione all’invasione dell’Ucraina – ha evidenziato von der Leyen – Il gas israeliano verrà trasportato tramite un gasdotto al terminale egiziano di gas naturale liquefatto nel Mediterraneo, prima di essere portato su navi cisterna verso le coste europee.

Di Antonella Scutiero

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