Giustizia, Mattarella spinge Draghi su riforme. Premier accelera e vede Cartabia

Foto Paolo Giandotti/Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei Ministri,

ROMA – “Le priorità” indicate da Sergio Mattarella “sono le stesse del Governo”. Mario Draghi lo aveva detto chiaro all’indomani della rielezione dell’inquilino del Colle e dopo il discorso pronunciato oggi dal Capo dello Stato di fronte ai grandi elettori per il giuramento, la rotta è ancora una volta “assolutamente condivisa” e la sintonia tra i due presidenti “totale”.

La lotta alle diseguaglianze, considerate un “freno” alla crescita, innanzitutto. Ma anche l’accelerazione da imprimere alle riforme. Mattarella è tornato ad accendere i riflettori sulle regole che disciplinano il Csm.  “È indispensabile – ha scandito – che le riforme annunciate giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare, superando logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono rimanere estranee all’Ordine giudiziario”.

Governo e Parlamento sono direttamente chiamati in causa. La ‘revisione’ targata Marta Cartabia di quella che era la norma Bonafede è pronta da qualche settimana, ma le tensioni dei partiti sul tema hanno costretto il Governo a ‘congelare’ il dossier. Il premier, però, ora vuole riaprire i cantieri fermi, anche quelli più divisivi ed è in questo senso che va visto l’incontro avuto questa mattina con la Guardasigilli.

Il faccia a faccia serve a fare il punto della situazione e individuare possibili percorsi di uscita dallo stallo. La riforma dell’organo di autogoverno dei magistrati “verrà fatta presto”, assicurano da palazzo Chigi, anche se non c’è ancora una data definita per la calendarizzazione del provvedimento in Cdm.

Il testo Cartabia va a modificare il meccanismo di elezione dei componenti del Csm, introducendo un sistema misto che prevede i collegi binominali con sistema maggioritario e l’introduzione del sorteggio per completare le liste elettorali laddove non si dovessero raggiungere le candidature necessarie (il triplo rispetto ai posti da assegnare per ogni collegio). Le forze politiche, però, non hanno sin qui trovato una quadra.

Il Pd non ha espresso particolari contrarietà alla proposta arrivata dalla Guardasigilli pur riservandosi di introdurre dei “piccoli correttivi” nel corso dell’esame parlamentare della riforma e anche i renziani hanno messo a verbale di non avere preclusioni specifiche sul sistema elettorale: “Siamo favorevoli al voto singolo trasferibile, per esempio, come indicato dalla commissione Luciani, e anche ad un sorteggio temperato”, ricorda chi segue il dossier per Iv.

Decisamente ‘freddo’ sul metodo proposto il M5S: “Non interviene in modo sufficiente per evitare che le correnti mettano in atto le loro logiche spartitorie”, spiegano i pentastellati. Continuano a insistere perché ci sia un ‘sorteggio temperato’ FI e Lega. La spinta arrivata dal Capo dello Stato, però, mette d’accordo i partiti. “Grande discorso del Presidente Mattarella, specie sulla giustizia. Viva l’Italia”, cinguetta Matteo Renzi.

“Applausi convinti”, anche se da casa a causa del Covid anche da parte di Matteo Salvini. In particolare “per il passaggio “sulla necessità di una profonda riforma della giustizia”. L’appello di Mattarella “non cada nel vuoto”, è l’invito che arriva dal M5S e anche FI “plaude” al richiamo del presidente. La legge, in ogni caso, è calendarizzata in aula per marzo. Già dalle prossime settimane, quindi, i nodi verranno al pettine.

Osservata speciale rimane la Lega, dopo lo strappo di ieri con la decisione dei ministri del Carroccio di non votare in Cdm le nuove norme anti-Covid. “Lo stato di salute del governo è buono. La Lega è stabile al governo? Ci mancherebbe altro”, butta acqua sul fuoco Salvini, che dice di non essere interessato a un ‘tagliando’ della squadra di Governo. Invita alla responsabilità il Pd. “E’ il momento della coesione – ribadiscono al Nazareno – il Pd vuole essere perno della stabilità e per questo lavora affinché ogni tensione rientri”.

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