Governo, Brunetta: “Voto in autunno? Torneremmo l’Italietta inaffidabile”

L'intervista a La Stampa del ministro della Pubblica amministrazione

Foto Ufficio Stampa Ministero Pubblica Amministrazione - LaPresse in foto Renato Brunetta

MILANO – “Fermo restando che la decisione di sciogliere le Camere è affidata dalla Costituzione al presidente della Repubblica, l’approccio di chi considera più opportuna una crisi di governo è superficiale, inattuale e inconferente rispetto alla gravità del contesto internazionale e alla responsabilità che la premiership di Draghi ha assunto per l’Europa, prima ancora che per l’Italia. Ragionare di voto nel pieno di una crisi geopolitica e di una guerra che ci riporta al tempo del conflitto tra democrazie e regimi, mi pare un po’ immaturo”. Lo dice in un’intervista a La Stampa il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, sull’ipotesi di elezioni anticipate in autunno.

“Sarebbe la terza crisi in quattro anni e farebbe ripiombare l’Italia nell’instabilità”, afferma Brunetta, per il quale “togliere dal campo il ‘fattore Draghi’ per l’Italia significherebbe perdere la faccia, smarrire la credibilità e la reputazione che il premier e il suo governo, di cui mi onoro di far parte, hanno riconquistato sullo scacchiere internazionale e sui mercati”. Inoltre “far cadere il governo implicherebbe restare privi di voce in Europa durante una delicata fase costituente”.

Secondo il ministro “la leadership di Draghi in politica estera è sotto gli occhi di tutti”. E aggiunge: “Oggi Draghi è il miglior interprete dei valori euro-atlantici e il miglior garante degli interessi europei, e dunque italiani. Farne a meno, in un momento in cui si sta ridefinendo il paradigma degli assetti geopolitici globali, sarebbe un’azione di masochismo, l’innesco di un nuovo ciclo di instabilità. Torneremmo all’Italietta inaffidabile d’un tempo”.

Sull’invio della armi all’Ucraina, infine, “Conte ha perfettamente ragione, solo che sbaglia sede. Serve un chiarimento sulla guerra non in Parlamento rispetto alle scelte del governo, ma all’interno del M5S, visto il caos che il Movimento esprime in politica estera. A parte il bravo Di Maio”.

(LaPresse)

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