Gragnano, titolare di un pastificio gambizzato a colpi di kalashnikov

Secondo gli inquirenti, il 33enne ferito sarebbe legato al clan Di Martino, egemone nel comprensorio dei Monti Lattari. Alfonso Cesarano ricoverato in ospedale.

Alfonso Cesarano
Alfonso Cesarano

La camorra torna a sparare nell’area stabiese. E lo fa con modalità violente, a colpi di kalashnikov. E’ stato ferito così, venerdì sera, il 33enne gragnanese Alfonso Cesarano, titolare di un noto pastificio nella città dei Monti Lattari. Secondo gli inquirenti, il giovane sarebbe comunque legato al clan Di Martino, egemone nel comprensorio. Ed è questo un elemento che preoccupa non poco gli inquirenti, impegnati adesso a ricostruire l’esatta dinamica del raid e, soprattutto, a chiarire il movente.

I fatti. Cesarano si trova all’interno della sua automobile a Lettere, in una zona periferica. Si tratta di un’area nota per le piantagioni di canapa indiana. Cesarano è stato bersaglio di un agguato con un fucile mitragliatore d’assalto. Dalla sua autovettura è uscito quasi illeso, ferito di striscio. Il giovane imprenditore è stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dove è stato medicato. Per lui 20 giorni di prognosi, dovuti ad una ferita di striscio agli arti inferiori.

Cesarano è stato dimesso in nottata dall’ospedale del viale Europa. Sulla vicenda stanno indagando gli agenti di polizia del commissariato stabiese, agli ordini del primo dirigente Amalia Sorrentino. Al momento non è esclusa alcuna pista, per fare chiarezza sul raid di fuoco. Si scava nella vita privata del giovane imprenditore, ma non è esclusa nemmeno una vendetta maturata nell’ambito della criminalità organizzata. Sentito dai poliziotti, Cesarano ha riferito di essere stato colpito durante un tentativo di rapina mentre era all’interno della sua automobile.

Una versione che non sembra convincere tanto gli inquirenti. I poliziotti del locale commissariato stanno infatti cercando di verificare le dichiarazioni rese dalla vittima e di ricostruire la dinamica dell’accaduto. Tornano dunque a sparare le armi della camorra nell’area stabiese. Un’area dove è enorme il business legato alla marijuana e in cui da diversi anni si ripetono costantemente le operazioni delle forze dell’ordine, che puntualmente individuano e distruggono migliaia di piante opportunatamente nascoste.

Ogni singola operazione è un duro colpo economico alle tante cosche presenti. Alcune di queste, specialmente quelle attive tra Casola di Napoli, Gragnano, Pimonte, Agerola, si occupano particolarmente della coltivazione e della produzione mentre lo smistamento all’interno delle piazze di spaccio avviene grazie agli uomini dei clan di Castellammare. A scoprire simili accordi è stata la Dda che ha evidenziato un rapporto strettissimo tra i D’Alessandro di Scanzano e i Di Martino di Gragnano.

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