Green pass: sotto sequestro il sito di Forza Nuova. Al vaglio i social, mentre tornano liberi i 4 arrestati

La procura lavora su due fascicoli paralleli

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse Manifestazione di Forza Nuova Nella Foto: Giuliano Castellino

ROMA – Proseguono su più fronti le indagini sugli scontri che sabato scorso, durante la manifestazione ‘no green pass’, hanno gettato nel caos il centro di Roma.

Sotto analisi ore di filmati, buona parte dei quali realizzati dalla polizia scientifica, ma anche il web e la galassia internet dell’estrema destra. La polizia postale, su disposizione della procura, ha posto sotto sequestro e oscurato il sito di Forza Nuova ipotizzando il reato di istigazione a delinquere aggravata dall’utilizzo di strumenti informatici. Ma al vaglio sono anche decine di video pubblicati sui social, alcuni dei quali realizzati dagli stessi partecipanti alla protesta, nel corso della quale è stata assaltata la sede nazionale della Cgil.

A finire sotto attacco, sabato, anche il pronto soccorso del Policlinico Umberto I, dove una trentina di persone ha fatto irruzione dopo il ricovero di uno dei fermati.

La procura lavora su due fascicoli paralleli: il primo riguarda le sei persone arrestate per resistenza e lesioni, per le quali si sono tenute oggi le udienze di convalida al termine delle quali quattro di loro sono stati scarcerati (due sono finiti ai domiciliari, per uno è stato disposto l’obbligo di firma e per l’altro il divieto di dimora a Roma).

Il secondo fascicolo si concentra sui sei arrestati che rispondono a vario titolo di devastazione, saccheggio e istigazione a delinquere: tra loro ci sono Roberto Fiore e Giuliano Castellino, leader di Forza Nuova, l’ex Nar Luigi Aronica, il leader del gruppo ‘Io apro’ Biagio Passaro e Pamela Testa, una delle organizzatrici della manifestazione. Tra domani e mercoledì si terranno gli interrogatori di convalida in carcere, mentre l’inchiesta va avanti e sotto la lente degli inquirenti finiscono anche post e messaggi pubblicati su social e chat, in alcuni dei quali si inneggia a una “rivoluzione” anti green pass, contro “i palazzi dell’odiato potere”.

(LaPresse)

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