Hackeraggio internazionale: rivelate numerose comunicazioni diplomatiche europee

Embargoed to 1000 Friday March 6 File photo dated 06/08/13 of someone using a laptop, as a suspected hacker from Britain has been arrested in connection with an alleged cyber attack on the United States Department of Defence (DoD) as part of a week-long UK-wide operation. PRESS ASSOCIATION Photo. Issue date: Friday March 6, 2015. The 23-year-old man was arrested on Wednesday by National Crime Agency (NCA) officers in Sutton Coldfield, in the West Midlands, on suspicion of offences linked to data stolen from a messaging service used by DoD employees around the world. See PA story CRIME Cyber. Photo credit should read: Dominic Lipinski/PA Wire

NEW YORK – Duplice incredibile rivelazione da parte del New York Times. Secondo alcuni giornalisti del quotidiano statunitense alcuni hacker hanno intercettato un numero corposo di comunicazioni diplomatiche e questi, per il modus operandi, sarebbero quasi certamente cinesi.

Le rivelazioni e la fonte

Alla base di queste rivelazioni ci sono le indagini dell’azienda specializzata in cybercrimine ‘Area 1’. Quest’ultima, con base operativa a San Francisco, ha infatti messo a disposizione del quotidiano americano almeno 1100 cablogrammi intercettati. Due gli aspetti della vicenda da sottolineare. Da un lato l’incredibile evidente vulnerabilità dei sistemi di sicurezza utilizzati dai Paesi europei, dall’altro la fortuna che tra intercettazioni non ci sono segreti di Stato.

Il contenuto dei documenti e l’ombra degli hacker del governo cinese

In ogni caso un comune denominatore tra i vari documenti reperiti, vale a dire i timori della diplomazia europea nei confronti dell’amministrazione di Donald Trump.

Gli Usa però non sono l’unico riferimento delle intercettazioni, nelle quali si parla infatti anche dei rapporti con la Russia e con la Cina oltre alle possibili conseguenze della cancellazione dell’accordo nucleare iraniano.

Ma non è tutto. Alcuni documenti sono infatti molto recenti, come quello che testimonia l’incontro avvenuto tra funzionari europei e il presidente cinese Xi Jinping. E di come quest’ultimo, in piena guerra commerciale con gli Stati Uniti, definiva “bullismo” una politica di Trump senza alcuna regola. Ma anche i diplomatici europei, in riferimento all’incontro di Helsinki dello scorso luglio, avevano considerato quel meeting “un successo per Putin”.

E poi le paure sulla Crimea, “una zona calda dove potrebbero essere già state schierate testate nucleari”. E le conversazioni con i leader di alcuni Paesi dell’estremo Oriente.

Insomma preoccupazione come detto e voglia di capire come gestire i rapporti internazionali in relazione a varie situazioni delicate: “Non c’è dubbio che questa campagna sia collegata al governo cinese” ha dichiarato l’intelligence che ha fornito i documenti al giornale americano.

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