I Belforte sui carri di Capodrise: foglio di via per i parenti dei boss

I poliziotti: la loro presenza chiaro segnale della forza intimidatrice del clan dei Mazzacane. Il provvedimento per Benito, fratello di Mimì e Salvatore, per i figli Salvatore e Ivano e per Padovano, Scaldarella e Buanno

MARCIANISE – Una presenza ingombrante che agli occhi dei poliziotti non poteva passare inosservata: alcuni familiari dei boss dei Mazzacane e diversi soggetti ritenuti dagli investigatori vicini ad ambienti mafiosi, lo scorso 20 febbraio sono stati a bordo di tre dei carri che, dalle 15 alle 21, hanno sfilato per le strade di Capodrise in occasione della festa di Carnevale. Alcuni di questi soggetti sono stati identificati dagli agenti impegnati nel servizio di ordine pubblico relativo alla manifestazione: una volta accertato chi fossero, il commissariato di polizia, guidato dal dirigente Valerio Consoli, ha avviato i procedimenti amministrativi per disporre nei loro confronti il ‘foglio di via obbligatorio’ da Capodrise con divieto di ritorno.

Chi sono i destinatari di queste misure? Benito Belforte, 51 anni, fratello dei boss Domenico ‘Mimì’ e Salvatore, i suoi figli, Salvatore e Ivano, rispettivamente di 26 e 20 anni, Saverio Padovano, 25 anni, Fabio Junior Buanno, 22 anni, figlio del ras Fabio (deceduto, con alle spalle militanza mafiosa prima con i Piccolo e poi con i Belforte), e Ferdinando Scaldarella, 39 anni.

Contro il provvedimento del foglio di via, i sei (che, per quanto ci risulta, non risultano essere mai stati condannati per associazione mafiosa e vanno considerati innocenti fino ad una eventuale sentenza di colpevolezza irrevocabile), potranno presentare ricorso in Prefettura.
Durante la manifestazione di carnevale, i poliziotti hanno constatato anche la presenza su uno dei carri, in veste di organizzatore e promotore, di Francesco Gaglione, 32 anni: il tribunale si esprimerà il prossimo autunno sulla richiesta di sorveglianza speciale avanzata dalla procura nei suoi confronti. Se non è stato emesso anche per lui il foglio di via da Capodrise è perché, hanno chiarito i poliziotti, è il paese dove risiede.

Per gli investigatori, la presenza di tali soggetti sui carri, elemento centrale di un appuntamento molto sentito dalla comunità di Capodrise, indica una chiara manifestazione della forza intimidatrice del clan, tipica del potere criminale, e “dà luogo ad una condotta pregiudizievole per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica nell’ambito delle festività”.

L’intervento del commissariato di Marcianise è anche finalizzato a frenare preventivamente la riconquista territoriale del clan Belforte. Recentemente la Cassazione, nel valutare la richiesta di annullamento del carcere duro avanzata dal capoclan Mimì, ha dichiarato che la cosca, nonostante il pentitismo, nonostante i numerosi arresti e le confische di beni subite, è ancora attiva, tanto da dover confermare l’applicazione del 41 bis per il boss. Per quale ragione? Se sottoposto a una detenzione più leggera, potrebbe riallacciare i rapporti con gli altri affiliati.

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