Il dottor Stranamore

Albert Einstein soleva ripetere: “non sappiamo come verrà combattuta la terza guerra mondiale, sappiamo invece come sarà combattuta la quarta. Con le pietre e con la clava”. Un aforisma che ammonisce sul fatto che l’uso delle armi nucleari provocherebbe la distruzione della civiltà umana, così come essa si è evoluta nei millenni. Una guerra che distruggendo i tre quarti degli esseri viventi ed inquinando di radiazioni il globo terraqueo porterebbe i sopravvissuti a vivere come i loro antenati agli albori della civiltà. Un cataclisma che, per la vastità della distruzione prodotta, non risparmierebbe nessuno dei contendenti. E’ da questa semplice considerazione che si è sempre dedotto che l’uso delle testate atomiche sarebbe sostanzialmente un atto folle e sconsiderato per chiunque si avventurasse lungo quella strada. E’ difficile credere che ci sia un establishment, un gruppo dirigente che non tenga in considerazione la ricaduta di un gesto di tale portata, di quante vite umane si sacrificherebbero e quale sorte angosciosa e tragica potrebbe toccare ai sopravvissuti. E tuttavia poco o niente è stato fatto dai governi e da quel ammasso burocratico e politico che va sotto il nome di ONU perché si bandisse quel tipo di armamenti in grado di cancellare l’umanità intera dalla faccia della Terra. Certo nel secondo dopoguerra del secolo scorso le due super potenze dell’epoca, Urss ed Usa, detentrici della maggior parte degli ordigni atomici, intrattennero vaste trattative per ridurne progressivamente il numero ed al contempo aumentare la reciprocità dei controlli e delle misure di cautela nella filiera di comando militare. I negoziati denominati Start (Strategic Arms Reduction Treaty) impedirono ai rispettivi firmatari di disporre di più di 6.000 testate nucleari, distribuite su un massimo di 1.600 tra missili balistici intercontinentali (ICBM) e bombardieri strategici. Lo Start e la sua implementazione (Start II) portò alla eliminazione di circa l’80 per cento di tutte le armi nucleari strategiche allora esistenti nei vari arsenali. Un passo in avanti significativo da ritenersi, tuttavia, un prologo bene augurante ma del tutto inutile se il restante 20 per cento rimanente bastava ed avanzava per distruggere l’umanità. In questa ottica è ancora vigente il recente trattato New Start siglato da Russi ed Americani nel 2010 (scadrà nel 2026), con l’obiettivo di ridurre di un ulteriore 30 percento l’arsenale atomico residuale. Purtroppo gli ordigni che resterebbero, per la loro potenza e la continua modernizzazione dei sistemi di lancio e di elusione della possibilità di intercettarli e neutralizzarli, sarebbero più che sufficienti a rendere la Terra un ambiente desolato e primitivo. C’è inoltre da considerare che altre Nazioni si sono dotate di tali armamenti: la Cina, l’India, il Pakistan, Israele, la Corea del Nord oltre che Francia e Gran Bretagna. In arrivo poi ci sono anche altri paesi, non sempre diretti da governi democratici e stabili sotto il profilo politico e militare, pronti a dotarsene. Insomma la polveriera atomica è ancora tanto grande e fornita da far prevedere un olocausto nucleare e quel che è peggio, gli ordigni atomici vengono fabbricati proprio in quelle nazioni con governi dispostici ed illiberali ove il potere decisionale, ed il controllo sulle decisioni, è concentrato nelle mani di pochi. Insomma spesso la bomba atomica diventa una specie di polizza assicurativa nei confronti di chiunque tenti di interferire con i regimi totalitari e le loro aberrazioni politiche ed umanitarie, come forma di deterrenza. E’ di questa filosofia insita e ricattatoria che Putin e gli accoliti del Cremlino si fanno scudo e sentono di avere mano libera anche per compiere atrocità inaudite. All’atto pratico, per i Russi, si tratta di una deterrenza che fa leva sulle, presunte, debolezze morali e materiali dell’Occidente e della Vecchia Europa in particolare, quest’ultima ritenuta, dai consiglieri dell’ex uomo del Kgb, ormai priva di nerbo e di capacità nel fare a meno delle abitudini e delle comodità di uno stile di vita opulento. L’inerzia di abbandonare l’edonismo ed il lassismo che caratterizzerebbe le società di quella zona del mondo. Si punta tutto sulle divergenze di opinioni e sugli egoismi nazionali di società erose nei costumi e nel carattere, un branco di imbecilli (etimologicamente “senza bastone”) logorati dal capitalismo e dalle sue mille necessità superflue. Le risposte che stanno arrivando dalla libera comunità occidentale vanno nel segno opposto e fungono da buon deterrente a questa visione della civiltà euro-americana. Tanto con buona pace delle tesi retrive esposte da quella “macchietta” che indossa mitra ed abiti liturgici sull’altare, quale è Kirill, capo della chiesa ortodossa russa. Pensare che in Russia esista un generale che come il dottor Stranamore, il protagonista del famoso film di Kubric, lanci atomiche all’impazzata senza farsi due conti, è una grande scemenza buona solo per gli imbecilli.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome