In Russia ritrovata una fossa comune con 1600 soldati, tra loro anche italiani

Per il momento appare impossibile identificare la maggior parte delle salme

PA/LaPresse

KIROV – Una fossa comune con all’interno circa 1600 salme di soldati, tra cui anche militari italiani. Questa la scoperta fatta un gruppo di associazioni di appassionati di ricerche storiche a Kirov, città della Russia. L’ “Italian recovery team”, questa la sigla sotto cui si sono riuniti i ricercatori, porta così a termine una missione cominciata già nel 2016.

La fossa comune si trovava accanto alla ferrovia. E’ a Kirov infatti che erano stati costruiti dei campi di lavoro e di prigionia per i militari catturati dall’Armata Rossa. Quasi tutti, per le terribili condizioni in cui erano costretti, non sono sopravvissuti.

Russia, la fossa comune di Kirov

La scoperta fatta a Kirov, una località che si trova a 800 chilometri a est di Mosca, ha permesso il ritrovamento di quei militari italiani da anni dispersi in Russia. Nella fossa c’erano oltre 1600 scheletri, la maggior parte dei quali è per ora impossibile identificare.
Una vicenda che ha dell’incredibile, soprattutto perché la missione è stata portata avanti da un gruppo non accademico, istituzionale o politico. I volontari sono stati infatti solo mossi dalla volontà di restituire alla storia una verità da tempo sconosciuta sulla tragedia della Armata italiana in Russia.

Già rientrate in Italia 12 salme

Si tratta di un traguardo importantissimo, specie per le migliaia di famiglie che per oltre 70 anni non hanno nemmeno potuto godere della consolazione di un corpo su cui piangere. Dodici salme sono già rientrate in Italia, dopo un lungo viaggio fatto di ostacoli burocratici e diplomatici. I dodici corpi hanno infatti dovuto fare tappa per diverse settimane a Mosca. Il viaggio è giunto a compimento, e ora i 12 poveri resti si trovano al sacrario di Cargnacco.

Esprime grande soddisfazione Damiano Parravano, responsabile dell’associazione “Linea Gustav” di Cassino, una delle tre che hanno dato vita all’Italian Recovery team. “Avessimo riportato in patria anche un solo caduto, ne sarebbe valsa la pena“, ha detto. Le altre due associazioni coinvolte nelle operazioni di scavo sono il Museo della Seconda guerra mondiale di Felonica (Mantova) e l’associazione “Linea Gotica” toscana.

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