Inter, positivi anche Vecino e de Vrij. L’Ats di Milano stoppa la sfida con il Sassuolo

La partita con gli emiliani, che a loro volta avevano appena recuperato la sfida con il Torino, persa 3-2, dovrebbe slittare al 7 aprile, il giorno in cui è stata calendarizzata anche Juventus-Napoli

Foto Massimo Paolone/LaPresse

TORINO – Il Covid ridisegna nuovamente il calendario di Serie A. Andando a colpire questa volta direttamente la capolista lanciata verso lo scudetto. I timori dell’Inter si sono confermati reali. Dopo i casi di Danilo D’Ambrosio e di Samir Handanovic, dall’ultimo giro di controlli sono emersi altri due positivi, Stefan de Vrij e Matias Vecino. Numeri associabili a un focolaio scoppiato dentro lo spogliatoio di Appiano Gentile. Motivo per cui l’Ats di Milano ha disposto la sospensione immediata di qualsiasi tipo di attività della squadra per quattro giorni.

L’Inter non scenderà quindi in campo nella partita di sabato sera con il Sassuolo e i suoi giocatori non risponderanno alla chiamate delle rispettive nazionali. La data chiave adesso diventa quella di lunedì 22, quando verranno ripetuti i tamponi molecolari a tutto il gruppo squadra prima dell’eventuale via libera per la ripresa. In serata, la Lega Serie A ha reso ufficiale il rinvio del match a data da destinarsi.

Rinviata Inter-Sassuolo

La sosta del campionato viene in soccorso del club nerazzurro, che tornerà nuovamente in campo alla vigilia di Pasqua – sabato 3 aprile contro il Bologna – e può pensare di recuperare con calma tutti i giocatori attualmente fermi per il virus. D’Ambrosio è risultato positivo il 16 marzo, Handanovic il 17, de Vrij e Vecino il 18. Il protocollo della Figc prevede dal giorno in cui è stata riscontrata la positività un isolamento di 10 giorni (di cui 3 in assenza di sintomi) prima di effettuare un nuovo test che, se negativo, consente al giocatore di tornare ad allenarsi. Antonio Conte auspica di non ricevere altre brutte notizie nei prossimi giorni, ma non si possono escludere altre positività.

Lo stop dell’Ats di Milano

“Vedremo se ci sarà la solita manfrina dei tre punti a tavolino ed il rinvio della partita – ha dichiarato l’infettivologo Massimo Galli, tifoso nerazzurro, a ‘Un Giorno da Pecora’ su Radio1, esprimendo il proprio parere favorevole allo stop – Ove si sospetti un focolaio non vedo perché si debba andare a cercare un guaio, mi sembra il minimo”. La partita con gli emiliani, che a loro volta avevano appena recuperato la sfida con il Torino, persa 3-2, dovrebbe slittare al 7 aprile. Il giorno in cui è stata calendarizzata anche Juventus-Napoli. Una data destinata a diventare fondamentale nella corsa scudetto.

Il caso Sala

Nel frattempo intanto la società nerazzurra ha replicato a distanza alle affermazioni del sindaco di Milano Beppe Sala, che in merito al progetto del nuovo stadio che sorgerà al posto di San Siro ha espresso la propria preoccupazione. Ammettendo che “finché l’Inter non chiarirà il suo destino le cose per noi devono essere necessariamente ferme”, in riferimento alle incertezze sul futuro della società.

Dichiarazioni che in viale della Liberazione hanno giudicato “offensive nei confronti della proprietà, irrispettose verso la storia e la realtà del club e i suoi milioni di tifosi a Milano e in tutto il mondo nonché irrilevanti rispetto all’attuale iter amministrativo del progetto Un Nuovo Stadio per Milano”, precisa l’Inter, determinata a “prendere le decisioni conseguenti” se dovesse essere confermato che il club e la proprietà “non sono gradite all’attuale amministrazione”.

(LaPresse/di Alberto Zanello)

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