Io sono ebreo

Devo confessare che, quando i commentatori più scettici ed oltranzisti si esprimevano contro i pericoli della migrazione incontrollata tacciandola di essere culturalmente (ed etnicamente) inquinante, non ho mai dato loro molto credito. Pensavo a giudizi esasperati, scaturenti da pensieri sopra le righe, connotati da un pizzico di razzismo nei confronti dei popoli africani e medio orientali, in particolare contro questo ultimi, in quanto musulmani e dunque assimilati a coloro che fanno della fede uno strumento di violenza per combattere una guerra santa – la “jihad” – contro gli infedeli. In effetti gli “jihadisti” hanno non solo insanguinato il Medio Oriente, diffondendo in quei luoghi la cultura dell’intolleranza e della vendetta, un regime sociale e politico arcaico e violento, ma anche l’America e l’Europa dove pure hanno colpito duro con attentati di varia natura. Appare  chiaro che l’Islamismo, nella sua radicale interpretazione ermeneutica e nella sua applicazione concreta, si presenti come un elemento  di fondo, la matrice condivisa, di violenze di ben altra tipologia: quelle politico-ideologica, razziale ed anti semita. Sono state queste ultime due ad aver preso il sopravvento, oggi, sullo scenario globale. In Medio Oriente la proditoria aggressione contro Israele da parte dei terroristi di Hamas, finanziati da Iran, Oman, Siria, Libano, Emirati Arabi ed appoggiati dall’opinione pubblica di altri paesi arabi ritenuti, per così dire “moderati”, ha fatto di nuovo da innesco per un altro conflitto contro Tel Aviv. Ora, che lo Stato ebraico abbia risposto pesantemente sul piano militare, mietendo purtroppo  migliaia di vittime tra i palestinesi, non deve servire da alibi per dimenticare le cause prime e vere di questa  nuova guerra che è di chiara matrice ideologica arabo-musulmana. Sbaglia infatti chi continua a distinguere, credo in malafede, tra lo Stato palestinese e i terroristi di Hamas in quanto queste due entità sono consustanziali ed interdipendenti, entrambe percettrici di finanziamenti internazionali con il primo, lo Stato, che arma i secondi, i terroristi, al solo scopo di cancellare la  Stella di David dalla faccia della Terra!! Tutto il resto è’ un discorso incidentale, un corollario, alla vera missione dei terroristi Palestinesi e di chi li sostiene. Un conflitto che non chiede altro che di espandersi maggiormente, non per liberare la Palestina, ma per…liberarsi  definitivamente di Israele!! D’altronde era noto che innanzi ad una carneficina come quella compiuta lo scorso 7 ottobre da Hamas, con la cosiddetta “operazione alluvione”, Tel Aviv avrebbe risposto con altrettanto durezza. Non curarsi delle conseguenze dell’aggressione ad Israele  significa utilizzare il popolo Palestinese come strumento politico e vittima sacrificale. Eppure i capi di Hamas vivono comodamente in Oman lasciando all’Onu la responsabilità di proteggere i profughi dal dramma e dai lutti della guerra che essi stessi hanno voluto scatenare. Anzi più sangue palestinese viene versato, più si alza la voce a sostegno della responsabilità d’Israele, accusato di occupare e maltrattare un popolo oppresso e pacifico!! Eppure è dal territorio del popolo oppresso e Pacifico palestinese che ogni giorno vengono lanciati centinaia  di razzi al-Qassam che provocano morte e terrore in Israele!! Tuttavia, la vulgata che si diffonde tra i migranti medio orientali ed i soliti esponenti della sinistra mitteleuropea (presi nella loro caleidoscopica composizione), tutti intellettuali e pacifisti a senso unico, è quella di una lotta senza quartiere contro il barbaro occupante ebreo. Un modo di pensare che fa sommaria giustizia della sia della storia che della geografia che interessa quei luoghi insanguinati da oltre mezzo secolo. In questo tentativo populista ed ideologico di ribaltare cause e responsabilità si sta infilando un vecchio e mai sopito pregiudizio, quello  antisemita. Stanno infatti riprendendo forza, in queste ore, i pregiudizi e le fandonie anti ebraiche che affondano nella notte dei tempi: si evocano nuove persecuzioni, discriminazioni che riportano alla mente  i tempi  dei ghetti, fino a rispolverare l’abominio dell’Olocausto!! E la sinistra, che della difesa di Israele e della condanna anti semita aveva sempre fatto un punto d’identità per decenni, che fa? Tiene bordone agli scalmanati filo-Hamas, per calcolo politico e pregiudizio ideologico!! Dalle banlieue parigine, alle periferie di altre nazioni europee, passando per Roma, eccola dare sostegno al  battage pubblicitario anti Israele ed al  sentimento anti ebraico!! La spina dorsale della protesta viene dai Musulmani immigrati ed innanzi  a tutto questo dovremmo cominciare a fare i conti con le conseguenze culturali   dell’immigrazione senza freni, quasi sempre clandestina. Quest’ultima , una volta divenuta stanziale,  esercita  una forte pressione sull’opinione pubblica e, quando potrà votare, anche agire con un pressing di tipo politico elettorale!! Insomma, non appare troppo lontano il giorno in cui i nostri valori sociali, culturali, politici e religiosi saranno diluiti con altre culture e valori, fino ad ibridarsi con essi stessi. Un esempio viene dall’Istituto Europeo di Fiesole che in questi giorni è arrivato a proporre di cambiare addirittura il nome al Natale per integrare e rispettare le altre diverse culture!! A questa dabbenaggine  sul piano culturale aggiungiamo il calo delle nascite, la  mollezza antropologica di noi occidentali, figlia dell’opulenza e della senilità diffusa, ed avremo gli  indicatori di una fragilità etnica disarmante,  che può prefigurare anche l’instaurarsi di un nuovo modello di umanesimo in Europa. Insomma un cambio di civiltà. Certo occorrera tempo ma solo questo. In ogni caso, contro un prospettiva del genere, che cancella la nostra identità e le radici cristiane della nostra storia, la democrazia ed i diritti, che con essa sono maturati, oggi vale una sola testimonianza, una sola coraggiosa difesa identitaria. Dichiarare, con forza: “io sono Ebreo”.. 

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