L’Iran si allontana ancora dall’accordo sul nucleare: avviate centrifughe avanzate

L'agenzia nucleare iraniana ha annunciato che sono state azionate venerdì 20 centrifughe di tipo IR-4 e altre 20 di tipo IR-6

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 12-04-2016 Teheran (Iran) Politica Complesso di Sadabad - Il Presidente della Repubblica iraniana Hassan Rohani riceve il Presidente del Consiglio Matteo Renzi Nella foto Hassan Rohani Photo Roberto Monaldo / LaPresse 12-04-2016 Teheran (Iran) Sadabad complex - The President of the iranian Republic Hassan Rohani meets whit the italian Prime Minister Matteo Renzi In the photo Hassan Rohani

L’Iran si allontana ancora dall’accordo sul nucleare. Il presidente Hassan Rohani lo aveva annunciato mercoledì: via tutti i limiti alla ricerca e allo sviluppo nucleare. Adesso l’Organizzazione iraniana dell’energia atomica (Oiea) ha fornito i dettagli: sono state avviate delle centrifughe avanzate per aumentare la scorta di uranio arricchito. Si tratta della terza fase di disimpegno di Teheran dall’intesa di Vienna del 2015, in risposta al ritiro unilaterale degli Usa voluto da Donald Trump nel 2018. E giunge nonostante gli appelli europei a smettere di ridurre gli impegni in materia nucleare. La Repubblica islamica, però, sottolinea che continuerà ad autorizzare l’accesso agli ispettori Onu incaricati di sorvegliare sul suo programma nucleare, prima di una visita a Teheran del direttore generale dell’Aiea, Cornel Feruta, che domenica dovrà incontrare il presidente dell’Oiea e il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif.

Riducendo i suoi impegni, Teheran – che ha sempre negato di volere la bomba nucleare – intende fare pressione sugli Stati che fanno parte dell’accordo per essere aiutata ad aggirare le sanzioni, che gli Usa hanno reintrodotto a seguito dell’uscita dall’intesa, e in particolare a esportare il petrolio. L’accordo del 2015 era stato firmato dall’Iran con i Paesi del 5+1, cioè Cina, Usa, Francia, Regno Unito, Russia e Germania. E il fatto che siano state ristabilite le sanzioni priva l’Iran delle ricadute economiche che si aspettava: il testo, infatti, prevedeva la rimozione di parte delle sanzioni internazionali che isolavano Teheran da anni, in cambio di una drastica limitazione del suo programma nucleare e della garanzia che il Paese non si dotasse dell’arma atomica.

L’agenzia nucleare iraniana ha annunciato che sono state azionate venerdì 20 centrifughe di tipo IR-4 e altre 20 di tipo IR-6. L’accordo di Vienna non autorizza Teheran a produrre uranio arricchito se non con centrifughe di prima generazione, cioè IR-1. Le nuove centrifughe, spiega Teheran, devono accelerare la produzione di uranio arricchito e aumentare le scorte del Paese, che da luglio superano il limite di 300 kg fissati dall’intesa di Vienna. Da maggio l’Iran ha aumentato le sue scorte di uranio arricchito al di là del limite fissato e arricchisce questo minerale al 4,5%, livello superiore al tetto fissato del 3,67%, ma molto lontano dalla soglia richiesta per un uso militare. L’Oiea ha annunciato che al momento la Repubblica islamica non ha intenzione di portare le sue attività di arricchimento a un tasso superiore al 4,5%. “Al momento non abbiamo bisogno di arricchire al 20%, e se il bisogno a un certo punto si presentasse cominceremo aumentando il nostro stock di uranio arricchito al 4,5%”, assicura l’Oiea tramite un portavoce.

L’Ue giovedì aveva chiesto a Teheran di fare marcia indietro. Dopo l’annuncio Londra ha definito l’avvio delle nuove centrifughe “particolarmente deludente” mentre l’Europa lavora “a una deescalation con l’Iran”. Dal canto suo il capo del Pentagono, Mark Esper, in visita a Parigi, ha dichiarato di “non essere sorpreso” dalla decisione di Teheran.

(LaPresse/AFP)

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