Istat, +64mila occupati: disoccupazione al 9,2%, per sindacati numeri lontani da pre-crisi

A novembre crescono gli occupati e diminuiscono disoccupati e inattivi. L'Istat restituisce un quadro mensile dove a lavorare sono 64mila persone in più, una crescita dello 0,3%, che porta così il tasso di occupazione al 58,9% (+0,2%).

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse 26-03-2015 - Roma - Italia Politica Presentazione dell'evento "Dall'Europa all'Italia: la garanzia giovani e le politiche per l'occupazione giovanile". Nella foto la contestazione fuori la sede della Regione Lazio Photo Vincenzo Livieri - LaPresse 26-03-2015 - Rome - Italy Politics Press conferenze about the Youth Guarantee. In the pic demonstrators against the event

MILANO – A novembre crescono gli occupati e diminuiscono disoccupati e inattivi. L’Istat restituisce un quadro mensile dove a lavorare sono 64mila persone in più, una crescita dello 0,3%, che porta così il tasso di occupazione al 58,9% (+0,2%). Trimestre su trimestre, la crescita percentuale resta identica e il dato assoluto è di 70mila occupati in più.

Le persone in cerca di lavoro sono 43mila in meno rispetto a ottobre, l’1,8%, calo che riguarda tutte le categorie a eccezione dei 35-49enni. Scende così dello 0,2% al 9,2% il tasso di disoccupazione totale, mentre il dato giovanile si attesta al 28%. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono 46mila, in diminuzione dello 0,3%, e il tasso di inattività si abbassa dello 0,1% al 35%. Rispetto a novembre 2020, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-2,2%, pari a -53mila unità), sia l’ammontare degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-4,6%, pari a -633mila), valore quest’ultimo che era aumentato in misura eccezionale all’inizio dell’emergenza sanitaria.

Per il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, sono “numeri che ci parlano di un mondo del lavoro che ha mostrato vitalità e voglia di ripresa ma che, ancora a novembre, scontava numeri lontani dai livelli pre-crisi”. Il rischio è che “oggi, con l’impennata della curva epidemica, questa distanza rischia di aumentare ulteriormente, tanto più in assenza di strumenti adeguati di protezione e promozione dell’occupazione”. Per questo la Cisl chiede al Governo di rispondere subito a questa emergenza, sbloccando i ristori per i settori maggiormente colpiti, servizi e turismo in primis, ma soprattutto prorogando almeno fino a marzo e per tutti i comparti in difficoltà la cassa covid. Bisogna consolidare subito le reti di coesione, sbloccare gli investimenti e avviare in modo partecipato le riforme previste dal Pnrr, a partire dalle politiche attive. Chiediamo al Governo di aprire subito questo percorso di corresponsabilità insieme alle Parti sociali”, aggiunge Sbarra.

Secondo la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, “mancano ancora all’appello 115 mila posti di lavoro. La ripresa del nostro mercato del lavoro è ancora molto lenta e discontinua”. Si superano i 23 milioni di occupati, e “il segnale che arriva dai dati Istat di novembre è quello di un incremento dell’occupazione di 494 mila unità di lavoro rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, ma purtroppo il 90,6% è assunto con contratto a termine e ciò dimostra ancora la forte insicurezza del sistema produttivo condizionato dal perdurare dell’emergenza pandemica”. La Uil fa appello alle risorse previste dal Pnrr, necessarie “per dare continuità e, soprattutto, stabilità alla crescita e all’occupazione”. Entrambe le sigle sindacali, inoltre, sottolineano la necessità di rifinanziare la cassa Covid “almeno fino al prossimo 31 marzo” per Veronese, o “fino alla fine dell’emergenza sanitaria” secondo Sbarra.

LaPresse

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