Istat: in Italia evasione fiscale troppo alta. Donne, giovani e Sud nel lavoro ancora al palo

Oltre all’elevato livello di evasione fiscale, l’Istat sottolinea come, il mercato del lavoro italiano sia notevolmente monco: donne, giovani e Sud appaiono ancora discriminati. Peggio dell’Italia tra i Paesi dell’Ue solo la Grecia. Per il presidente dell'Istituto, Gian Carlo Blangiardo, il Pil a +0,1 appare “un obiettivo coerente” ma pesano i dazi Usa

ROMA – In Italia evasione fiscale troppo alta e mercato del lavoro a rilento. Lo dicono i dati Istat presentati dal presidente Gian Carlo Blangiardo al Bilancio di Camera e Senato sulla Nadef a al Senato. Ma oltre all’evasione, l’Istat rileva un altro dato importante: donne, giovani e Sud sono ancora la palo nel mercato del lavoro

I dati

Nel nostro mercato del lavoro, le donne stentano a trovare una loro giusta collocazione con solo il 56,2% e un tasso di occupazione pari al 50%. Dunque solo una donna su due lavora.

Negli ultimi 10 anni, inoltre, la quota di donne tra gli occupati è passata dal 40,1 al 42,1% con un incremento pari mezzo milione (+5,4%): valore che evidenzia una sorta di stagnazione durante gli anni della crisi (6 mila; +0,1% tra il 2008 e il 2013) e un’impennata tra il 2013 e il 2018 (492 mila; +5,3%). Solo la Grecia, tra i Paesi dell’Ue riesce a far peggio con il tasso attività al 68,3% e quello di occupazione al 63,4%

Fattori di esclusione

Tra i fattori che determinano ancora una scarsa partecipazione delle donna al mondo del lavoro, l’Istat sottolinea l’impegno in famiglia, la regione di residenza e il titolo di studio. Difatti, il “rapporto tra il tasso di occupazione delle donne tra i 25 e i 49 senza figli e quello delle donne nella stessa fascia di età con figli non supera il 74%. Inoltre, tra il 2013 e il 2018 per le donne con figli tra 0 e 2 anni si è stimato un sostanziale arretramento nel tasso di occupazione (-5,1 punti per le donne in un nucleo monogenitore e -1,3 per le madri in coppia)”.

Blangiardo: Pil a +0,1

Secondo Carlo Blangiardo l’obiettivo di crescita del Pil a +0,1%, è “coerente”, sempre ce non si siano “perturbazioni derivanti da una significativa involuzione dello scenario internazionale”.

Allarme dazi Usa

“L’imminente introduzione di nuovi dazi all’importazione negli Stati Uniti secondo una logica di tipo selettivo differenziata per tipologia di prodotti a seconda del paese Ue di provenienza – spiega impatta in modo significativo su un numero limitato di prodotti di eccellenza della nostra filiera agro-alimentare. Il valore economico di questi prodotti – aggiunge – ammonta nel 2018 a circa 400 milioni di euro, che incidono per meno dell’1% sull’export nazionale verso gli Usa, rappresentando quasi il 10% del valore economico delle vendite di prodotti alimentari italiani negli Usa.

Le regioni più colpite

Il problema riguarda la Sardegna (quasi il 10% dell’export totale, oltre l’80% su quello alimentare), la Valle D’Aosta (1,4% e oltre il 40%), l’Emilia Romagna (1,6% e oltre il 20%), la Lombardia (meno dell’1% e più del 15%). Seguono, Calabria, Lazio, Piemonte, Veneto e Campania.

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