Juve in grigio ma vincente: qualificata agli ottavi di Champions con 90′ di anticipo

Bianconeri concreti ma protagonisti di una prestazione poco appariscente

Mario Mandzukic (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

Torino (LaPresse) – Come era abbastanza prevedibile, la Juventus è approdata ufficialmente agli ottavi di Champions League. Mancava solo la bollinatura della matematica, che è arrivata implacabile grazie alla vittoria contro il Valencia. Per il primato aritmetico nel girone se ne riparlerà, visto il gol allo scadere del Manchester United contro lo Young Boys. Dunque: uno a zero e basta, senza poesia, con qualche impaccio di troppo. Ma, in fondo, contava staccare il biglietto per la qualificazione e l’obiettivo è stato centrato con 90 minuti di anticipo. Un dettaglio che trasforma la trasferta di Berna in una sorta di allenamento internazionale. Per lo spettacolo, del resto, c’è sempre tempo.

Nulla è semplice in Champions League e anche a questo giro la Juventus ne ha avuto la certezza infilandosi in una partita assolutamente pelosa contro gli spagnoli di Marcelino, un po’ meno ingenui rispetto alla gara del Mestalla (persa 2-0) e un po’ più organizzati sotto il profilo tattico, però sempre orfani di un attaccante capace di buttarla dentro. Ci sarebbe voluto un altro piglio, un’altra determinazione, un’altra velocità di palleggio per mettere subito il match sul piano inclinato della vittoria agevole, invece la squadra di Massimiliano Allegri ha fatto per un bel pezzo il minimo indispensabile, forse condizionata a livello psicologico dal vantaggio di potersi accontentare del pareggio per santificare il passaggio del turno.

Bianconeri concreti ma protagonisti di una prestazione poco appariscente

A volte sapere di poter fare poco per ottenere il massimo inganna: solo così si spiega il primo tempo senza un’occasione, un tiro in porta, un brivido. Ci si è dovuti attaccare al rigore reclamato da Pjanic dopo 27 minuti, che rigore non è sembrato all’arbitro e nemmeno al replay, e a due cross di Cancelo. In compenso, Szczesny ha compiuto un miracolo per neutralizzare la capocciata di Diakhaby quando si profilava l’intervallo, più che un segnale un campanello d’allarme perché Manchester insegna.

Non sono partiti bene i tre tenori: impalpabile Dybala, quasi assente Mandzukic, appena a intermittenza Ronaldo. La formula sponsorizzata dal tecnico che prevede quattro difensori, tre centrocampisti e “casino davanti” non ha funzionato, comunque meglio nella ripresa e non solo per il gol del croato dopo 14 minuti, su una invenzione di CR7. Quel ‘casino’ può essere mortifero se esiste un giro palla non scontato, se ci sono verticalizzazioni improvvise, se chi macina gioco è ispirato; in caso contrario, con Pjanic, Matuidi e Bentancur giù di carrozzeria, è inevitabile finire in un imbuto che facilita il compito degli avversari. Nel secondo tempo, con Cuadrado al posto di Alex Sandro la situazione è migliorata, ma non si è capovolta: insomma, bene non benissimo.

La Juventus che vince in campionato con facilità imbarazzante anche senza entusiasmare, diventa insufficiente quando la contesa è internazionale. Conviene che da Allegri all’ultimo dei magazzinieri tutti lo mandino a memoria.

Vittorio Oreggia

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