La campionessa dei colpi d’argento

Sirine Charaabi
Sirine Charaabi

In un mondo dove la determinazione e la passione si intrecciano con la forza e l’abilità, emergono storie di atleti che attraverso la disciplina e il sacrificio si ergono al di sopra delle sfide. Una di queste storie è quella di Sirine Charaabi, una giovane pugile di origini tunisine proveniente da Caserta. Ha conquistato il cuore di tutti gli appassionati di sport pugilistico vincendo la medaglia d’argento al Campionato Mondiale di Pugilato Femminile a New Delhi, in India. In precedenza aveva già dimostrato il suo talento vincendo il titolo di Campionessa Europea U22. A un passo dalla qualificazione olimpica, non si lascia abbattere: la sua dedizione al pugilato è evidente non solo nei risultati che ha ottenuto, ma anche nella sua costante ricerca di miglioramento. Sirine, inoltre, è un membro prezioso delle Fiamme Oro della Polizia di Stato. La sua formazione è avvenuta a San Prisco, sotto la guida esperta dell’allenatore Giuseppe Perugino.

Cosa ti ha spinto a diventare un pugile?

«L’ispirazione per me è stata mio cugino, che praticava questo sport. Volevo imitarlo in qualsiasi cosa facesse e in più era un motivo per passare più tempo con lui. La motivazione poi è cresciuta per la voglia di vincere e di raggiungere i sogni che mi ero prefissata».

Che tipo di emozioni provi quando sali sul ring per un combattimento?

«Prima di salire sul ring provo un mix di emozioni, fatto di nervosismo e ansia, ma poi sento una totale sicurezza in me stessa».

Come ti sei preparata in modo specifico per il campionato mondiale?

«Dietro ad ogni risultato c’è un lavoro di squadra. Per il mondiale abbiamo lavorato al massimo insieme per raggiungere l’obiettivo».

C’è un momento particolare di un combattimento che ritieni sia stato il punto di svolta verso la vittoria?

«Ogni match è unico e ha la sua storia. Penso di essere riuscita a salire sul podio mondiale grazie alla mia mentalità positiva e sicura, continuando a ripetermi di non essere stanca».

In un ambiente competitivo come il pugilato, come hai gestito la pressione e il nervosismo?

«Sono emozioni che si imparano a gestire nel tempo e con l’esperienza. Ma a questi livelli è necessario un professionista, e io mi sono affidata a uno psicologo che mi aiuta molto».

Oltre all’aspetto tecnico e atletico, quali sono i valori e le lezioni che hai appreso attraverso il pugilato e che ritieni siano utili anche nella vita di tutti i giorni?

«I valori che questo sport trasmette sono il rispetto, la lealtà e soprattutto l’importanza di apprezzare anche le piccole cose. Mi ha aiutato a capire che non è sempre buio, prima o poi uscirà il sole. Questa è una delle cose più importanti che ho imparato».

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