La Dda vuole confiscare il tesoro di Luigi Ferraro

Il fratello dell’ex consigliere regionale rischia 5 anni di sorveglianza speciale

Luigi e Nicola Ferraro

CASAL DI PRINCIPE – Trentuno terreni, una Fiat Panda, due fabbricati ed 8 conti-correnti: sono le proprietà riconducibili a Luigi Ferraro che la Dda vuole mettere sotto chiave. Oltre alla confisca dei suoi beni, il pm Alessandro D’Alessio, ieri mattina, ha chiesto al collegio presieduto dal giudice Massimo Urbano di applicare all’imputato, difeso dal legale Mario Griffo, 5 anni di sorveglianza speciale. Il tribunale di S. Maria emetterà il verdetto nei prossimi giorni.

L’indagine dell’Antimafia nel luglio del 2018 innescò a carico del 55enne la misura di prevenzione patrimoniale da oltre un milione di euro eseguita dalla Divisione polizia anticrimine della Questura e dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Caserta. Il lavoro degli investigatori permise di ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità, diretta e indiretta (tramite i suoi familiari), di Luigi Ferraro acquisiti con i proventi delle attività illecite commesse nel tempo.

Stando a quanto evidenziato nel provvedimento, nell’ultimo ventennio il 55enne, insieme al fratello Nicola, ex consigliere regionale e già condannato per concorso esterno al clan dei Casalesi, per garantirsi il successo imprenditoriale ha intrattenuto rapporti di affari con i gruppi criminali che controllano il territorio casertano, ove il germano aveva intrapreso la sua carriera politica in modo da poter incrementare la propria influenza sugli organi decisionali degli enti locali e ottenere più facilmente l’aggiudicazione di appalti per la raccolta dei rifiuti.

A parlare di Ferraro alla Dda sono stati vari collaboratori di giustizia. Oreste Spagnuolo ha sostenuto che il 55enne aveva rapporti con Giuseppe Setola: con ‘o cecato, ha dichiarato nel 2008 il pentito, “si è incontrato in una cena insieme a me due, tre giorni prima dell’omicidio di Michele Orsi, ove erano anche presenti Giovanni Letizia, Massimo Alfiero, Massimo Napolano, Antonella Pellegrino e una donna rumena di nome Liminta. Il fratello di Gigino è una persona influente ed aveva affari a Villa Literno”.

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