Lavoro, pressing di Catalfo: “Dopo il taglio del cuneo, portare a casa salario minimo”

Le dichiarazioni della ministra

Foto Valerio Portelli / LaPresse in foto Nunzia Catalfo

MILANO – Torna in agenda il salario minimo. Dopo gli appelli lanciati da Luigi Di Maio negli ultimi mesi da capo politico dei Cinquestelle, ci pensa la ministra Nunzia Catalfo a riportare d’attualità il tema. Da titolare del Lavoro e delle politiche sociali lo considera “una priorità e un’esigenza”. L’idea è di “portare a casa un intervento importante”. E di farlo “in breve tempo”. Le sue parole da Milano non lasciano più di tanto adito a dubbi: “È giusto che, insieme al decreto appena approvato sul cuneo fiscale, si pensi anche a un’iniziativa sul salario minimo – rimarca Catalfo – un intervento normativo in linea con quello che si sta discutendo in questo momento in Europa. Il commissario europeo al Lavoro e diritti sociali, Nicolas Schmit, sta portando avanti anche lui un’iniziativa” ad hoc.

Il salario minimo

Se si tratta di una strategia per mettere fretta agli alleati, è presto per dirlo. Sta di fatto che sul tavolo del governo Conte bis, in attesa dell’esito del voto delle elezioni regionali in Emilia-Romagna e in Calabria e alle prese già con il nodo prescrizione, potrebbe tornare fra le priorità questo dossier su cui spinge la ministra del Lavoro. “All’interno del Movimento – fa presente – è uno dei temi più importanti, ha fatto sempre parte del nostro programma”. E poi lancia un messaggio agli alleati: “Credo ci siano tutte le possibilità in questa maggioranza, perché quello del salario minimo è un tema sentito dalla maggioranza”.

Gli obiettivi della ministra Catalfo

Tra l’altro, in occasione della presentazione del libro di Marta e Simone Fana, ‘Basta salari da fame’, a cui partecipa anche il senatore di LeU, Francesco Laforgia, la ministra si dice “molto fiduciosa” sul buon esito della trattativa con Pd, LeU e Italia viva. E l’obiettivo sarebbe quello di realizzare una misura che “non solo tuteli i lavoratori italiani ma anche l’economia e le imprese italiane, perché non è che abbassando i salari si aiutano le imprese a vivere meglio. Sono piccoli interventi neanche tanto piccoli che però ci aiutano a far progredire il Paese”. D’altronde, è il ragionamento della ministra del Lavoro, su questo fronte “l’Italia, con cinque milioni di lavoratori poveri, è indietro rispetto ad altri Paesi”.

Pensioni, il confronto con i sindacati

Intanto, lunedì prossimo è fissato un confronto a Roma con i sindacati sulle pensioni. L’obiettivo è “superare la riforma Fornero – sottolinea – pur restando quota 100, che è una sperimentazione triennale e avrà il suo corso”. Fra i temi sul tavolo, “ci sarà uno sguardo particolare ai giovani, valutando in particolare una pensione di garanzia per loro, oltre che la flessibilità in uscita e ai pensionati. Quindi, bisogna fare un percorso con queste tre prospettive”. Ma quali ministeri saranno coinvolti? Per Catalfo, “è giusto che ci sia il Mef per le risorse finanziarie e la Funzione pubblica, perché parliamo anche di pubblico impiego”.

(LaPresse/di Luca Rossi)

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