Licenziati della Gls scendono in piazza con i figli: ‘Papà deve lavorare’

Protesta dei facchini della Gls di Piacenza a seguito del licenziamento di 33 lavoratori della logistica, tutti iscritti all'Unione sindacale di base

Foto LaPresse - Matteo Corner

MILANO (LaPresse) – Licenziati della Gls scendono in piazza con i figli: ‘Papà deve lavorare’. Protesta dei facchini della Gls di Piacenza a seguito del licenziamento di 33 lavoratori della logistica, tutti iscritti all’Unione sindacale di base. Accompagnati dalle mogli e dai figli, tutti in età scolare, hanno fatto irruzione con le bandiere del sindacato nella sede centrale della multinazionale di Milano Assago per chiedere il reintegro.

Licenziati della Gls scendono in piazza con i figli: ‘Papà deve lavorare’

“Il mio papà ha bisogno di lavorare”, si legge su uno striscione. “Sono stati licenzianti perché hanno scioperato con determinazione per richiedere sicurezza sul posto di lavoro. Parliamo di 33 padri di famiglie monoreddito nelle quali stanno circa 120 bambini in tenera età”, spiega la Usb. All’origine della protesta che ha portato al licenziamento, continua il sindacato, “l’aggressione subita circa un mese fa da tre di loro da parte di un uomo armato di tirapugni e spray al peperoncino”. Alle 14 i facchini e le loro famiglie si recheranno all’Arcivescovato di piazza Fontana a Milano per chiedere di essere ricevuti.

AGGIORNAMENTO

In merito a questo articolo l’avvocato Alfredo Zampogna, per conto di Gls, ha inviato questa nota:

Gentile Direttore,

Le scrivo per conto di Gls in riferimento all’articolo pubblicato.
Gls, peraltro mai interpellata in merito al contenuto dell’articolo, ai 
sensi dell’art 8 L. 47\1948, chiede che si rettifichi e si precisi 
quanto scritto nei seguenti termini:
“I facchini e i loro familiari che hanno arbitrariamente invaso la sede 
di Assago non sono mai stati alle dipendenze di Gls.
I protagonisti della protesta di Assago sono stati dipendenti di Seam 
s.r.l., società che ha gestito in piena autonomia il centro di smistamento merci di Piacenza in forza di regolare contratto di appalto 
e che si appresta a prendere provvedimenti a causa degli enormi danni 
alla produzione cagionati da USB, sindacato antagonista, che ha 
eterodiretto anche i comportamenti dei 33 facchini licenziati, 
costringendoli a porre in essere gravissime e reiterate violazioni 
disciplinari solo al fine di accaparrarsi tesserati a discapito di altra 
sigla sindacale.
Ai facchini licenziati a Piacenza, Seam S.r.l. pagava retribuzioni nette 
oscillanti dai 1770 euro a oltre 2000 euro, per svolgere mansioni 
meramente esecutive, nonostante vi fosse nel sito produttivo un endemico tasso di assenteismo di oltre il 20%, con una media di lavoro, unica in Italia, di 16 giorni al mese e  livelli di produttività inaccettabili.
Nonostante tale trattamento economico i 33 lavoratori iscritti al 
sindacato USB di Piacenza ponevano in essere reiterati sabotaggi mirati a rallentare la produzione, ridottasi al punto che i clienti, a causa degli enormi danni subiti nel 2018, affidavano la propria merce a Gls a condizione che non fosse inviata per la lavorazione al sito di Piacenza.
Nel settore in cui Gls opera il cliente paga un servizio di movimentazione del pacco affinchè avvenga in un arco di tempo certo e quanto avvenuto a Piacenza nell’ultimo anno (dove le lavorazioni sono state sospese e/o rallentate per oltre 100 giornate ed addirittura quasi del tutto sospese in un periodo nevralgico per il settore dal 2 novembre fino al Natale) ha generato la conseguente perdita di oltre il 50% dei volumi.
Ciò è accaduto esclusivamente per scontri tra appartenenti a diverse 
fazioni sindacali.
In tale contesto di insostenibilità economico/finanziaria, la Società 
Seam S.r.l., pur rimandando più volte la volontà di recedere dal 
contratto, è oggi costretta a prendere provvedimenti in merito 
all’appalto.
Gls, ispirandosi a principi di legalità e correttezza in tutti i paesi 
ove opera, ha sempre prestato particolare attenzione anche alle 
condizioni lavorative dei dipendenti dei propri fornitori, pretendendo 
sempre il rispetto delle norme ed attuando regolarmente controlli e 
verifiche per scongiurare la violazione delle previsioni di legge”.
Nell’articolo in questione, sicuramente ispirato dal sindacato USB, 
senza alcun contraddittorio, si lascia falsamente intendere che Gls 
avrebbe omesso di garantire la sicurezza sul posto di lavoro a 
dipendenti che ne denunciavano la violazione, lasciando ingiustamente 
per strada famiglie intere con bambini.
Quanto sopra non è corretto e non corrisponde al vero.
Le chiedo pertanto di voler provvedere, ai sensi dell’art 8 della legge 
47\1948, alla rettifica di quanto riportato nel citato articolo nella 
collocazione prevista dalla legge e con risalto analogo a quello 
riservato al brano giornalistico cui la rettifica si riferisce, 
comunicandole che, in difetto, intraprenderò le iniziative necessarie 
volte a tutelare la società mia assistita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome