L’intervista. Pittella: “Non chiudiamo il Pd tra M5S e Leu”

Il senatore dem incalza Italia Viva: “E’ arrivato il tempo di scegliere con chi stare, restino alleati con noi”

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NAPOLI – Il patto tra Pd, M5S e Leu regge solo a Napoli e in nessun’altra parte d’Italia. Il senatore del Pd Gianni Pittella (in foto) applaude all’operazione che ha portato alla candidatura di Gaetano Manfredi ma avverte i vertici del suo partito: “Non chiudiamoci in una ridotta con M5S e Leu, strappiamo i moderati a Salvini”. E in Campania s’affida al governatore: “Vincenzo e i 5 Stelle devono andare d’accordo”.

Senatore, il patto tra Pd, M5S, Leu regge a Napoli mentre si sgretola in altre grandi città come Roma e Milano. Perché?

Rispondo sinceramente come al mio solito e le dico che in tutti e tre i casi vi sono dinamiche locali difficilmente superabili in ottica nazionale, soprattutto agli albori di un’alleanza, quella tra PD e M5S, importante ma ancora non consolidata. A Milano, i 5 Stelle sono troppo deboli al cospetto di un sindaco uscente, Beppe Sala, troppo forte e che potrebbe persino far perdere smalto alla sua coalizione se facesse un’alleanza troppo larga. A Roma la complicazione è data dal sindaco uscente dei 5 Stelle la quale, è evidente dal principio anche al Movimento, è troppo divisiva e non può rappresentare un punto di equilibrio. E nello stesso tempo è 
beniamina dei pentastellati della prima ora. Per questo, in una partita a doppio turno spero si scelga la formula più corretta, quella di ritrovarsi al secondo turno. Napoli invece è davvero terreno di sperimentazione. Il Movimento è forte, il Pd ha riannodato i fili di una rete a lungo sfilacciata e insieme, in una coalizione plurale, possono rappresentare un nuovo inizio per una città al collasso debitorio. Solo un fronte unito può riuscirci. E devo dare atto al segretario provinciale Marco Sarracino di aver lavorato dal primo momento a questo obiettivo.

Il candidato giallorosso a Napoli è l’ex ministro Manfredi. Pensa sia l’uomo giusto per questa sfida così difficile?

Gaetano Manfredi è il miglior candidato possibile. La negazione della politica fanfarona, del masaniellismo, dell’incoscienza. Ha qualità intellettuali superiori, esperienza di governo di sistemi complessi, capacità di farsi ascoltare nei luoghi chiave del Paese, credibilità e integrità. Ed ha pure un rapporto perfetto con il Pd, con Conte e il Movimento, con il Presidente De Luca. E a quest’ultimo bisogna dire grazie, non solo per come sta amministrando felicemente la Campania ma anche perché su Manfredi non ha mollato mai, neanche per un secondo. E devo dire che anch’io non ho mai avuto dubbi su chi fosse  il candidato giusto. 

Manfredi dovrà ‘scontrarsi’ con Maresca sostenuto dal centrodestra, Clemente in continuità con l’amministrazione De Magistris e Bassolino ex sindaco ed ex governatore… 

Mi consenta di dire che mai come stavolta Napoli ha personalità in gioco di primo livello. Maresca è un magistrato brillante, Bassolino un grande leader politico, Clemente una giovane donna sperimentata nell’agone politico e amministrativo. E tuttavia, diciamoci la verità, siamo convinti sia ancora il turno di un magistrato a Napoli, per di più sostenuto dalla Lega? O di una personalità di grande intelligenza politica che ha fatto il Sindaco trent’anni fa? O di una giovane capace che viene da un’amministrazione che ha moltiplicato i debiti? Io penso di no e, nel caso di Bassolino, penso vi sia tempo e modo per 
recuperarlo in un ruolo e in una funzione alta a sostegno di Manfredi.

Italia Viva ha preso le distanze dalla coalizione giallorossa pur avendo partecipato al tavolo delle trattative. Migliore ha detto che dialogheranno direttamente con Manfredi. È una scelta politicamente corretta?

Italia Viva, pure con alcune ragioni, non ha ancora deciso nettamente il suo campo nazionale. Secondo me, anche dinanzi alle evoluzioni del Movimento, dovrebbe scegliere senza remore e con le sue idee l’alleanza di centrosinistra. E dovrebbe farlo a cominciare da Napoli che è laboratorio di questa alleanza. Migliore è un politico navigato e intelligente e sono sicuro che con Manfredi troveranno intesa  su grandi questioni che riguardano il futuro della città.

In che modo pensa possano convivere  nella stessa squadra deluchiani e grillini? 

Possono, devono farlo. Al di là delle differenze, per Napoli è l’ultima chiamata. E servono la sensibilità sociale del Movimento e la grande attitudine alla decisione di De Luca. Servono insieme, non contro.

Quale sarà o dovrà essere la posizione del Pd all’interno di un campo di centrosinistra allargato al M5S? 

L’ho detto e scritto in tutti i modi e lo ribadisco qui. Il Pd dev’essere il perno di un’alleanza larga, sul modello dell’alleanza 
che nel Parlamento europeo ha benedetto Ursula Von der Leyen Presidente della Commissione. Un fronte europeista e riformista in cui convivano le culture progressiste, pur nei vari accenti, e quelle più liberali ma non conservatrici. Rinchiudersi nel fortilizio da soli con 5 Stelle e Leu sarebbe un errore esiziale. C’è un mondo moderato che non ha interesse e consonanza all’alleanza con i sovranisti Salvini e Meloni ed a costoro dobbiamo parlare con le nostre idee e con il nostro profilo di partito liberalsocialista.

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