L’intervista. Raia: “Solo nomi di uomini, puntiamo su sindaci donne”

L’esponente del Pd: “Non esiste solo il M5S, si discuta con gli alleati di De Luca e i moderati”

CASERTA – Ridurre il dibattito politico al nome dei candidati a sindaco non rende merito all’idea che c’è alla base del confronto che il centrosinistra ha avviato nelle città che andranno al voto a settembre, in primis a Napoli. E non rende merito alle donne il fatto che il nome dei papabili candidati sia sempre declinati al maschile. Ne è certa la vicepresidente del consiglio regionale del Pd Loredana Raia.

Il Pd di Letta in cosa dovrebbe segnare discontinuità con quello guidato da Zingaretti?

Da quando è stato eletto il nuovo segretario ho sentito più volte, nei suoi ragionamenti, ma l’ho anche riscontrato nelle azioni, parlare di donne e dell’intento di costruire con loro percorsi all’interno delle organizzazioni di partito e istituzionali dove queste cominciano ad assumere ruoli apicali. Non che prima il Pd non si fosse occupato di donne o non avesse donne di grande valore sulle quali contare, ma mi pare che stavolta si è passati dalla declinazione alla concretizzazione.

Al momento sembra che il Pd riservi all’alleanza con il M5S una corsia preferenziale rispetto ad altri partiti di centrosinistra come IV. Condivide questa linea politica?

Intanto mi piacerebbe che si tornasse a parlare di alleanze tra partiti. Non solo M5S, ma anche Più Europa e ciò che si muove intorno alla sinistra. Penso alle esperienze di centro che, al di là dei nomi che cambiano, hanno una loro storia e una loro presenza costante sui territori e nelle istituzioni, penso a Iv e poi al civismo che a mo’ di alleanza ha portato il presidente De Luca ad essere riconfermato alla guida della Regione. Dovremmo sforzarci di costruire un nuovo modello di alleanza politica ricordando che i partiti non sono demodé.

Al tavolo di confronto in vista delle Amministrative a Napoli stanno emergendo posizioni diverse. Per esempio De Luca è scettico rispetto all’alleanza giallorossa promossa da Sarracino. Lei?

A me non pare che siamo difronte a due ipotesi differenti. I fatti sono chiari: si è aperto un tavolo di confronto a cui sono presenti tutte le forze politiche. Ciascuna nella propria specificità sta arricchendo il confronto. Insieme dobbiamo costruire le migliori condizioni per proporci alle città di Napoli e per allearci con Napoli. Alzare l’asticella del confronto: questo è quello che dobbiamo fare. La città oggi è ferita, esce con le ossa rotte dall’esperienza De Magistris con i problemi che si sono aggravati. Per esempio il trasporto pubblico e l’abbandono delle periferie sono da pelle d’oca. Bisogna uscire dall’isolamento istituzionale, affrontare nodi antichi come il riassetto urbanistico dell’area metropolitana, tornare a coinvolgere i soggetti sociali in sofferenza, le forze sane dell’imprenditoria, larghi strati della società napoletana a partire dai giovani e dalle donne.

Renzi ha chiesto a Letta di scegliere tra Iv e M5S. Il segretario ha optato per i grillini. Sulla base di questo che tipo di rapporto dovrebbe avere il Pd con i renziani?

Letta ha fatto bene a parlare dell’autonomia dei territori. E’ auspicabile a cominciare dai partiti che si trovi una linea di confronto e concertazione perché ognuno è necessario. Facciamo sì che i punti di vista differenti siano ricchezza nel dibattito e non zavorre che ci impediscono il volo.

Tra i nomi che circolano come candidati a Napoli c’è quello di Fico, ma qualcuno sostiene che la controproposta del Pd possa essere quella di Gaetano Manfredi. Che ne pensa?

Trovo stucchevole che i nomi per il candidato a sindaco siano sempre declinati al maschile. A mio avviso c’è una presenza vivacissima e autorevole di donne capaci e competenti che lavorano nella scuola, nella sanità, nel volontariato nell’associazionismo nel modo del terzo settore e delle professioni. La politica cittadina stenta a riconoscerle e a coinvolgerle, non è capace di aprirsi e dare voce a queste esperienze. In città ci sono donne che lavorano sui territori ma che non ritroviamo quando parliamo di candidature nelle Municipalità o al consiglio comunale e anche purtroppo nel vaglio delle proposte di candidature a sindaco. Io vengo dal mondo delle autonomie locali, ho iniziato la mia esperienza politica nelle istituzioni nel 1993 come consigliera comunale della mia città. Se vogliamo vincere a Napoli così come a Roma e Milano non possiamo restare spiazzati su una discussione che riguarda solo i nomi dei candidati a sindaco.

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