Lodi, sindaci città metropolitana Firenze: no scuola luogo di discriminazione

"Non possiamo accettare che la scuola pubblica sia luogo di segregazione e discriminazione. Questo perché ne va della tenuta e della credibilità delle istituzioni democratiche nonché della possibilità di costruire oggi una società migliore domani".

Foto Piero Cruciatti / LaPresse
Firenze, 16 ott. (LaPresse) – “Non possiamo accettare che la scuola pubblica sia luogo di segregazione e discriminazione. Questo perché ne va della tenuta e della credibilità delle istituzioni democratiche nonché della possibilità di costruire oggi una società migliore domani. Società che sappia nel rispetto della nostra Costituzione rimuovere gli ostacoli di partenza e fornire a tutti pari opportunità di crescita e sviluppo personale”. Questa la presa di posizione sul caso Lodi di 32 sindaci. Tra cui quello di Firenze, dei Comuni della Città metropolitana di Firenze, che chiedono all’Anci “di approfondire e discutere quanto deciso” dalla loro collega del comune lombardo.

si legge in una nota 

“L’evidente condizione di discriminazione di fatto in cui sono stati gettati alcuni minorenni che frequentano le scuole dell’obbligo di Lodi  non può essere passata sotto silenzio. Non è accettabile in nome della legalità o peggio ancora della sicurezza calpestare i più basilari diritti dei bambini e delle bambine così come riconosciuti e sanciti” dalla Costituzione italiana. Questa dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del cittadino e dalla Convenzione dei diritti dell”infanzia. La questione che si apre con il comportamento della sindaco di Lodi è molto più ampia di un semplice regolamento Isee per l’accesso ai servizi”. I 32 sindaci concludono affermando che “nessun regolamento comunale può in ogni caso permettersi di andare in contrasto con le fonti richiamate sopra. Pertanto risultare palesemente contrario ai diritti riconosciuti per questi bambini. Anche le leggi razziali erano tecnicamente legali ma questo non le qualifica certo come giuste”.

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