Il dominio dei nigeriani nell’affare droga e la scalata nel mondo narcos del mafioso Pezzella

CASAL DI PRINCIPE – Non era più il clan di cui aveva fatto parte: nel 2022, quando Nicola Pezzella, alias Palummiello, era tornato nell’Agro aversano dopo aver trascorso quasi 20 anni in carcere, si è ritrovato una scena criminale “profondamente cambiata”. A raccontarlo ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Perugia è stato Emiliano Amata, 53enne originario di Napoli, che, proprio insieme a Palummiello, martedì scorso è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di aver fatto parte di un’associazione a delinquere, con vertici nigeriani (e base a Perugia), specializzata nel traffico di droga.

Dominio nigeriano

Pezzella, intenzionato a ridare forza alla cosca Schiavone, indebolita da arresti e pentimenti, messosi (momentaneamente) la prigione alle spalle, aveva cercato subito di assoldare nuove leve: “Ma non trovava collaboratori adeguati. Lui – ha riferito Amata – aveva l’intenzione di controllare il traffico di droga gestito da uomini di colore”. Circostanza che, qualora dovesse essere accertata dai giudici, andrebbe a confermare come anche esponenti di spicco dei Casalesi considerano ormai lo smercio di narcotici come un business centrale per le loro attività delinquenziali. Ma si tratta di un settore che in molte regioni di Italia risulta dominato da gang stranieri. E anche nell’Agro aversano, infatti, i nigeriani rappresentano uno dei principali gruppi che controlla l’ingresso sul territorio di chili e chili di stupefacenti.

La scalata di ‘Palummiello’

Per riuscire in questa impresa, per inserirsi nel mercato dei narcotici, a Pezzella serviva creare un link con la gang di nigeriani attiva sull’Agro aversano. In questo tentativo di scalata nel mondo dei narcos, Amata nel suo interfacciarsi con la Dda ha introdotto un personaggio che, stando a quanto ricostruito dai carabinieri, avrebbe avuto un ruolo importante nel traffico di narcotici. Si tratta di Giuseppe Simeone, conosciuto come Pino il parrucchiere.

“Era in contatto con ‘Bigjoe’. Pino – ha chiarito Amata – si occupa anche delle vendite delle auto”. Il Bigjoe in questione, stando a quanto sostenuto dalla Dda, è un soggetto pure interno all’associazione criminale, smantellata con il blitz di martedì, e in contatto con altri africani che gestivano la base logistica, a Perugia, dove veniva stoccata la maggior parte della droga proveniente dal nord Europa. “Pezzella mi disse che i ‘neri’ gestivano un fiorente traffico di droga ed avevano una vera e propria organizzazione. Nicola voleva trovare il loro canale di approvvigionamento e gli sembrava inaccettabile che gli uomini di colore gestissero un traffico a cui lui non partecipava. Io all’inizio non avevo rapporti con Bigjoe. Era lui che li aveva. Io e Pezzella – ha proseguito – andammo a parlare con Bigjoe agli inizi del mese di novembre 2022. L’incontro fu organizzato da Pino e avvenne in un bar gestito da lui. Pezzella in tale occasione gli disse che ero un suo uomo e che garantiva per me”.

Viaggi in Olanda

Amata nell’ipotizzata struttura criminale si sarebbe occupato di fare i ‘viaggi’, cioè di recarsi in Olanda, nei luoghi che gli indicava Bigjoe, per caricare la droga e portarla in Italia. Lo stupefacente varcava indisturbato i confini perché veniva occultato nelle ruote. “Se ne trasportavo una ricevevo 7mila euro, due 13mila euro. A Nicola Pezzella davo 2mila, 3mila euro per ogni viaggio. Sono stato inserito nel gruppo di Bigjoe perché Nicola Pezzella ha garantito per me. A Casale l’ho conosciuto come parte dell’organizzazione del traffico di sostanze stupefacenti. Ad ogni consegna ricevevo delle somme. Alcune volte non ricevevo l’importo pattuito ed era Bigjoe a consegnarmi il denaro. Una parte della somma – ha chiarito – la ricevevo dai fornitori olandesi. Questi ultimi mi indicavano l’indirizzo dove dovevo consegnare nel momento in cui passavo la frontiera”.

Caccia ai canali di rifornimento

Se Pezzella aveva deciso di entrare in affari con i nigeriani è perché voleva arrivare, ha sottolineato Amata, a conoscere “i canali di rifornimento”. “Affermò che non aveva intenzione di chiedere a Bigjoe una percentuale sui suoi guadagni per il clan. Disse, infatti – ha riferito Amata alla Dda – che non sapeva dove questi vivesse e temeva che, se lo avesse minacciato, poteva allontanarsi. Pezzella quindi cercò con Bigjoe un accordo alla pari”. Un avvicinamento graduale per poi, se non fosse stato arrestato, scalzarlo e diventare lui il dominus della droga a Casal di Principe.
Palummiello avrebbe detto ad Amata che dopo aver incassato i soldi del viaggio dall’Olanda avrebbe dovuto fare un regalo a Pino “che aveva favorito l’accordo” con i nigeriani. Insomma, il parrucchiere avrebbe svolto il ruolo di tramite tra il mafioso e gli africani.

Gli arresti

L’indagine dei carabinieri su questo presunto traffico di droga dall’Olanda ha fatto scattare nei giorni scorsi 24 misure cautelari. E tra le persone per cui è stato disposto il carcere dal giudice Margherita Amodeo del Tribunale di Perugia ci sono Pezzella (era già detenuto per un’accusa di estorsione), già condannato per associazione mafiosa, Emiliano Amata, 53enne, Nwaebi Bigjoe, 35enne originario del Gambia, ma residente a Casapesenna e Giuseppe Simeone, 53enne di Casal di Principe. Nel collegio difensivo, tra gli avvocati impegnati, Danilo Di Cecco, Mirella Baldascino e Fabio Della Corte. Gli indagati sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.

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