Manovra, Roma chiede a Bruxelles 3,6 miliardi di flessibilità e promette: “In un anno incasseremo 18 miliardi”

Per il governo è “prioritaria l’esigenza di rilanciare le prospettive di crescita"

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Giuseppe Conte, Giovanni Tria

ROMA – Il governo Lega-M5S ha inviato nella notte un nuovo documento programmatico di bilancio a Bruxelles, il secondo dopo la bocciatura del 23 ottobre.
A parte qualche modifica al precedente documento, le stime sulla crescita e sul deficit appaiono invariate.

Manovra, le novità introdotte nel nuovo documento di bilancio

Le uniche novità introdotte da Roma nel nuovo documento sono la scommessa di riuscire a recuperare 1 punto di pil. Il governo gialloverde propone di ridurre il debito pubblico tramite la vendita di partecipazioni statali e la privatizzazione da 18 miliardi nel solo 2019. Inoltre, la richiesta di 3,6 miliardi di flessibilità per interventi contro il dissesto idrogeologico e per la messa in sicurezza di viadotti, ponti e gallerie. Spese che Roma chiede dunque di non conteggiare nel disavanzo.

Il ministro dell’economia Giovanni Tria ha affermato che la manovra è stata “costruita sulla base del quadro tendenziale, e non tiene conto della crescita programmata. Una impostazione prudenziale che introduce un cuscinetto di salvaguardia, che previene un deterioramento dei saldi di bilancio anche nel caso in cui gli obiettivi di crescita non siano pienamente conseguiti”.

Nessun cambiamento sulle previsioni di crescita

Resta all’1,5% la previsione di crescita per il 2019. Nessun ripensamento rispetto al precedente documento, dunque. Il governo continua a ritenere “prioritaria l’esigenza di rilanciare le prospettive di crescita, di affrontare le difficoltà sociali indotte dall’andamento negativo dell’economia” e di “attenuare le rigidità e i vincoli introdotti nel sistema pensionistico”. “Il governo conferma l’impegno a mantenere i saldi di finanza pubblica entro la misura indicata nel documento di programmazione, rispettando le autorizzazioni parlamentari. In particolare, il livello del deficit al 2,4% del Pil per il 2019 sarà considerato un limite invalicabile“, si legge nel finale del documento.

Si ricorda poi che “la normativa nazionale prevede una serie di presidi che obbligano il governo a riferire tempestivamente alle Camere qualora si determinino scostamenti rispetto agli obiettivi, assegnando, tra l’altro, al ministero dell’Economia e delle finanze il compito di assicurare il monitoraggio degli andamenti di finanza pubblica”.

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