Mastella boccia Letta e Calenda: “Si nascondono”

NAPOLI – Il grande centro è andato in pezzi nel momento in cui Enrico Letta ha stretto la mano a Carlo Calenda, siglando un accordo elettorale che include Azione e Più Europa ma taglia fuori Italia Viva ed altre forze moderate. Tra gli esclusi anche Noi di Centro di Clemente Mastella che prepara la corsa solitaria. L’ex ministro della Giustizia e sindaco di Benevento boccia su tutta la linea il nuovo cartello elettorale del centrosinistra.

Sindaco, cosa pensa dell’accordo tra Letta e Calenda?
Si era partiti da un campo largo e si è arrivati a una bipolarità Pd-Azione che è una scelta innaturale per chi dice di voler vincere.

Ha senso insistere nel tenere fuori i leader dei partiti dagli uninominali, che sono tutti da giocare, per poi dare loro garanzia di elezione certa nei listini?
E’ assurdo. I leader, se sono tali, devono avere le palle di farsi eleggere candidandosi negli uninominali. Così invece si garantiscono la poltrona, altro che esclusioni.

Perché fare distinguo con lei e Renzi mentre si costruisce un’area centrista?
Lo deve chiedere a Renzi e ai suoi vecchi amici. E’ un controsenso, una modalità di gestione infelice di una campagna elettorale. La mia è una realtà territoriale forte, importante, riconosciuta a livello nazionale. Eppure non c’è dialogo. Così facendo perderanno collegi in cui avrebbero potuto vincere in Campania, Basilicata, Puglia e tante altre zone d’Italia.

Se si tiene fuori Conte perché ha fatto cadere il governo Draghi, perché viene accolto Fratoianni che non ha mai votato la fiducia?
Sono scelte davvero paradossali. Se decidono di fare un accordo con Fratoianni, non vedo perché non debbano farlo con Conte. E poi c’è un’altra questione.

Quale?
Le pare che agli italiani, con l’inflazione al 10% e le famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, interessi davvero l’accordo tra Calenda e Letta? Vorrei capire, inoltre, come fanno a mettere insieme la cosiddetta agenda Draghi e l’agenda Landini. A questo punto sarebbe stato molto più corretto costruire un vero campo largo, come fu fatto con l’Ulivo. Che infatti vinse.

L’accordo Pd-5 Stelle-Moderati si è rivelato vincente in Campania, ancora una volta per il voto nazionale non valgono gli stessi principi del livello locale?
Chissà (ride ndr). Gli echi che arrivano dalla Campania forse danno fastidio. Mi sembra che Letta e gli altri abbiano una gran voglia di perdere ed è difficile capirne il motivo. Ha presente le balene che vanno a spiaggiarsi e morire quando hanno perso l’orientamento? La coalizione si sta muovendo nello stesso modo. Si stanno spiaggiando.

Perché, a suo parere, non cercano un accordo con lei e Renzi?
Non lo so e perderanno per questo atteggiamento, anche in Campania. Perderanno in maniera clamorosa.

Noi di Centro andrà da sola, riuscendo a raccogliere le firme, o farà scelte diverse?
Faremo la nostra corsa, raccoglieremo le firme dove possiamo e ci presenteremo con le nostre forze. Va detto che questa leggere elettorale ibrida è parecchio singolare. Negli ultimi anni hanno rinviato le Comunali per il Covid, mentre ora viene imposto di raccogliere decine di migliaia di firme come se nulla fosse accaduto. Servirebbe un sistema proporzionale vero, invece l’avarizia dei partiti ha portato a stravolgere la Costituzione. Questa legge non garantisce rappresentanza territoriale. Per un senatore serve il 3% a livello nazionale, tagliando fuori dal Parlamento chi a livello locale riesce a conquistare il 9-10% dei voti. Mi sembrano esserci profili di netta incostituzionalità.

Se la chiamasse Berlusconi per un dialogo col centrodestra?
Lasci stare. Io sto al centro e sto bene anche da solo.

La fine del campo largo metterà in difficoltà De Luca?
No. Lui dice che bisogna essere inclusivi, si sta muovendo con grande equilibrio e saggezza.

Pensa di potersi accordare con altre forze centriste?
Per ora ci candidiamo per i fatti nostri, poi vediamo.

Quindi per lei sarà il centrodestra a vincere le elezioni?
Certo, e per incapacità del centrosinistra. Le divisioni e i temi spinosi per il centrodestra, come la questione Russia-Ucraina, potevano essere delle travi nell’occhio e invece nel centrosinistra ora c’è anche chi ha simpatie antiatlantiste. La partita è già finita.

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