Mattarella concede tempo: non sarà lui a impedire governo politico

Foto Ufficio Stampa Quirinale/Francesco Ammendola/LaPresse

Roma, 14 mag. (LaPresse) –

L’accordo sul premier non c’è e alla fine Di Maio e Salvini hanno riferito su “quasi tutto” e non “su tutto”, come invece avevano annunciato.

Nello studio alla Vetrata, a Mattarella non è stato proposto un nome condiviso, ma uno dei due giocatori avrebbe avanzato la preferenza per una figura terza, mentre l’altro avrebbe posto l’accento sui temi, non facendone quindi un problema di nomi. E allora viene da chiedersi perché anche questo quarto giro di consultazioni si sia chiuso con una fumata nera. Forse le distanze e le divergenze su argomenti caldi e cari al capo dello Stato hanno bloccabrato la macchina, come l’immigrazione, i rapporti con l’Ue e quella tassazione che va di certo migliorata, ma che non può diventare un tema di propaganda elettorale, senza avere solide basi economiche.

E’ difficile nascondere la delusione al Quirinale, visto che alla fine i colloqui si sono rivelati tutt’altro che risolutivi. Non sarà però il capo dello Stato a impedire la formazione di un governo politico che avvii la legislatura dopo 71 giorni di stallo. E’ per questo che, pur nelle tante differenze e divergenze, emerse soprattutto dopo le dichiarazioni dei due leader, l’inquilino del Colle ha deciso di dare ulteriore tempo, ancora qualche giorno, con la speranza che si riescano ad accorciare le distanze e a trovare un nome condiviso da portare all’attenzione del Quirinale. E’ vero, Mattarella rischia di rimanere prigioniero del voto nei gazebo leghisti (programmati tra sabato e domenica prossimi) e della consultazione online sulla piattaforma pentastellata ‘Rousseau’, ma preferisce assumersi questo rischio, piuttosto che interrompere una trattativa su cui è innegabile l’impegno affinchè vada a buon fine.

E poi lo spettro del voto anticipato, che Mattarella vuole evitare. E’ per questo che, dopo averle provate tutte, il presidente non ha intenzione di lasciare, proprio ora che ci si sta provando, nulla di intentato. Piuttosto che il più classico dei rimpianti, a questo punto è preferibile accollarsi le critiche di chi avrebbe preferito un intervento a gamba tesa o una iniziativa muscolare da parte del Colle.

Certo non si può andare alle calende greche, e quel ‘fateci sapere quando siete pronti’ non è un credito illimitato. Le scadenze sono alle porte, già i primi di giugno il G7 del Canada e poi il consiglio Ue di Bruxelles il 28 e 29. Insomma, non si abusi della disponibilità del Presidente, anche la sua pazienza non è illimitata.

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