Medioriente, fragile tregua dopo gli scontri: c’è la mediazione di Onu ed Egitto

Una marcia indietro sull'orlo del precipizio. Il mondo tira un sospiro di sollievo per la tregua firmata tra Hamas e Israele dopo una giornata di scontri e bombardamenti che minacciava di diventare il prologo a un nuovo conflitto

Bombardamenti in Israele

GAZA (Striscia di Gaza) (LaPresse/AFP) – Medioriente, fragile tregua dopo gli scontri: c’è la mediazione di Onu ed Egitto. Una marcia indietro sull’orlo del precipizio. Il mondo tira un sospiro di sollievo per la tregua firmata tra Hamas e Israele dopo una giornata di scontri e bombardamenti che minacciava di diventare il prologo a un nuovo conflitto. Venerdì nella Striscia di Gaza hanno perso la vita quattro palestinesi e un soldato israeliano, il primo a morire a Gaza dopo quattro anni. Nella notte con la mediazione dell’Onu e dell’Egitto è arrivato l’accordo per il cessate il fuoco.

La calma turbata da un incidente in Medioriente

La relativa calma è stata subito turbata infatti sabato mattina da un incidente: l’esercito israeliano ha detto che un carro armato ha colpito un punto di osservazione di Hamas, a est di Gaza City, in rappresaglia per un tentativo di infiltrazione al confine nord. Non ci sono state segnalazioni di feriti in questo nuovo raid. “Con gli sforzi egiziani e delle Nazioni Unite, infatti abbiamo raggiunto un accordo per tornare al precedente stato di calma tra l’occupazione (israeliana) e le fazioni palestinesi”, ha detto il portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, in una dichiarazione. Un alto funzionario di Hamas, parlando in condizione di anonimato, ha detto a Afp che l’accordo prevede “la cessazione di ogni forma di escalation militare”, inclusi gli attacchi aerei israeliani e i colpi di mortaio e i razzi usati da Hamas.

Venerdì tre militanti di Hamas uccisi nei bombardamenti

Venerdì tre militanti di Hamas sono stati uccisi nei bombardamenti aerei lanciati su tutta Gaza in risposta all’uccisione di un militare israeliano, il primo a perdere la vita nella zona dal 2014. Un quarto palestinese è stato poi ucciso a colpi di arma da fuoco. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito 68 postazioni di Hamas, tra cui siti di produzione di armi, un magazzino di droni e una sala operativa militare. All’origine dello scontro un episodio che risale a giovedì: i soldati di Israele avevano sparato contro alcuni palestinesi che lanciavano aquiloni incendiari. Un membro dell’ala militare di Hamas era stato ucciso e il gruppo aveva minacciato vendetta.

Un cecchino palestinese ha ammazzato un soldato israeliano

Venerdì, durante le proteste a est di Khan Younis, un cecchino palestinese ha colpito un soldato israeliano, poi morto per le ferite. Da qui l’escalation, l’ultima dopo mesi di manifestazioni e scontri sulla frontiera dell’enclave, che da marzo hanno visto la morte di almeno 149 palestinesi. Oltre ai raid, l’esercito israeliano ha dichiarato di aver usato ordigni esplosivi e sette bombe a mano, mentre sono stati lanciati numerosi razzi.

Crescenti tensioni in Medio Oriente

Jason Greenblatt, inviato di pace in Medio Oriente del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha incolpato Hamas per le settimane di crescenti tensioni. “Hamas lavora instancabilmente per distruggere le vite israeliane (e gli abitanti di Gaza soffrono a causa di Hamas)”, ha twittato, offrendo le condoglianze alla famiglia del soldato israeliano. Le Nazioni Unite, attraverso l’inviato Nickolay Mladenov, avevano invitato le parti ad “allontanarsi dal ciglio del burrone. Non la prossima settimana. Non domani. Subito”.

Le dichiarazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite

“Sono profondamente preoccupato per questa pericolosa escalation di violenza a Gaza e nel sud di Israele. È fondamentale che tutte le parti si allontanino dal rischio di un altro conflitto devastante”, ha dichiarato il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. “Chiedo ad Hamas e ai militanti palestinesi di fermare il lancio di razzi e di palloni incendiari e di non impegnarsi in provocazioni lungo la linea di confine” tra Israele e la Striscia di Gaza, ha aggiunto il leader dell’Onu.

“Israele deve dimostrare moderazione”

“E Israele deve mostrare moderazione per evitare di infiammare la situazione”, ha ammonito. “Incoraggio tutte le parti a lavorare con le Nazioni Unite, tra cui il mio coordinatore speciale (Nickolay Mladenov) per trovare una via d’uscita da questa situazione pericolosa – ha concluso -. Ogni ulteriore escalation mette in pericolo la vita dei palestinesi e degli israeliani, aggrava il disastro a Gaza e mina gli attuali sforzi per migliorare le condizioni di vita e aiutare l’Autorità Palestinese a tornare a Gaza”.

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