Mense scolastiche, una su tre non è a norma

Sequestrate 2 tonnellate di cibo, poiché prive di indicazioni di tracciabilità e provenienza dei prodotti

ROMA –  “Un film dell’orrore“. Così la ministra della Salute Giulia Grillo ha riassunto i risultati delle ispezioni operate sulle mense scolastiche italiane dal Comando per la Tutela della Salute Nas.

Mense scolastiche da incubo, irregolarità in 81 istituti 

I Nas hanno controllato 224 mense presenti negli istituti scolastici d’Italia. In 81 di queste sono state trovate irregolarità. I problemi più seri in 7 mense a Roma, Livorno, Pescara, Taranto e Lecce dove è stata decisa la sospensione del servizio. Sequestrate ben 2 tonnellate di cibo, poiché prive di indicazioni di tracciabilità e provenienza dei prodotti, detenute in ambienti e condizioni inadeguati oppure scadute.

Le sanzioni pecuniarie ammontano invece alla cifra di oltre 576mila euro. A queste si aggiungono 14 violazioni penali, 95 infrazioni amministrative alle normative nazionali e comunitarie, il deferimento di 15 persone alle autorità giudiziarie e la segnalazione di 67 soggetti alle autorità amministrative. Il generale Adelmo Lusi, comandante dei Nas ha precisato che “gli illeciti penali hanno interessato reati quali la frode e le inadempienze nelle pubbliche forniture, la detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione e l’omessa applicazione delle misure di sicurezza a tutela degli operatori“.

A Livorno la mensa più costosa d’Italia

Altri dati sono stati inoltre forniti da Cittadinanzattiva. “Solo il 10% delle scuole dispone di un locale mensa e che le condizioni non sempre sono ottimali. Ad esempio, l’80% dei bambini da noi intervistati ritiene che i locali mensa siano molto rumorosi, il 57% poco accoglienti e il 45% poco allegri. Inoltre, a fronte di una spesa media mensile a famiglia di circa 82 euro per il servizio di ristorazione scolastica nelle scuole dell’infanzia e primarie, emerge una notevole disparità fra le diverse province, con Livorno che si attesta come la più costosa (in media 128 euro al mese) e Barletta come la più economica (32 euro). Crediamo che, come la recente sentenza sul caso Lodi dimostra, tale servizio debba essere erogato gratuitamente“, ha detto Adriana Bizzarri di Cittadinanzattiva.

La ministra Grillo: “Come madre sono indignata”

Duro il commento della ministra Giulia Grillo. “Furbi e cucine da incubo non possono essere tollerati. Come madre e ministra mi indigna pensare che sulle tavole dei nostri figli, a scuola, possano finire escrementi, muffe o alimenti di dubbia origine“.
Chi ha messo a repentaglio la salute e il benessere dei nostri bambi non deve rimanere impunito“, ha aggiunto il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.

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