Migranti, scontro totale tra governo, Alex e Mediterranea

LAPRESSE / AFP

MILANO – Due navi vagano ancora nel Mediterraneo con a bordo almeno un centinaio di migranti senza trovare approdo. Da una parte c’è la Alex di Mediterranea che ha già ricevuto l’ok del Governo di Malta per sbarcare i migranti che si trovano a bordo, nonostante l’ong continui a ribadire di non essere in condizione di arrivare a La Valletta e chieda l’immunità. Ma a poche miglia di distanza si trova la Alan Kurdi della tedesca Sea Eye, che ha imbarcato 65 persone al largo della Libia e alla quale il ministero dell’Interno italiano, invece, ha vietato l’ingresso a ogni porto italiano.

La vicenda che incrocia i destini e le rotte delle due navi inizia nel pomeriggio di venerdì: accordo totale tra Italia e Malta sui 54 migranti a bordo di Alex, ferma davanti Lampedusa. Secondo il patto, ci sarebbe uno scambio di naufraghi: La Valletta si dice disponibile ad accogliere le persone a bordo della nave della Mediterranea mentre Roma ne riceverà altrettanti da Malta per lasciare invariata la pressione dell’accoglienza sull’isola. In pratica non si accettano i profughi salvati dalla Ong che stanno al largo di Lampedusa ma quelli che ora sono a Malta sì.

In giornata, intanto, 13 migranti di Alex sono stati già trasbordati su una motovedetta della nostra guardia costiera: uomini, donne incinte, figli piccoli, due papà, due accompagnatrici e un bambino di 11 anni solo, senza parenti hanno già raggiunto il suolo italiano. Sono stati portati in ospedale, visitati, reidratati. Un’evacuazione medica decisa dai sanitari della capitaneria di porto per “stato di necessità”. Tutto questo mentre continua la linea dura con le ong da parte del vicepremier leghista Matteo Salvini che definisce Mediterranea Saving humans “un’ong capricciosa”. L’equipaggio, infatti, ha segnalato malati di scabbia e mancanza d’acqua a bordo, sostenendo di non poter raggiungere La Valletta: “chiediamo che si muovano le motovedette della guardia costiera italiana o maltese effettuino un trasbordo”, ha scritto su Twitter Alessandro Metz, armatore sociale di Mediterranea.

“Questi mezzi sono attrezzati, mentre la Alex non lo è – ha precisato -. Noi eravamo in missione di monitoraggio quando ci siamo trovati ad affrontare il salvataggio, un obbligo di legge”. Fonti del Viminale confermano “massima collaborazione” all’ong solo se la Alex si dirigerà comunque verso La Valletta per sottoporsi alle normali e doverose verifiche di legge. Cosa che Mediterranea rifiuta. Niente Malta. Secondo fonti del Viminale l’ong vorrebbe la possibilita’ di fermarsi, trasbordare tutti gli immigrati su altre imbarcazioni messe a disposizione da Roma o La Valletta e invertire la rotta a circa 15 miglia nautiche da Malta (acque internazionali). “La situazione – continuano le stesse fonti – si e’ quindi improvvisamente complicata”, anche perche’ il rifiuto a entrare in porto (e quindi ad assoggettarsi ai controlli e alla legge maltese) e’ considerato dal Viminale una provocazione assurda e una scorciatoia per dribblare le norme di un altro Paese membro dell’Unione europea.

Nessuna novità invece sulla Alan Curdi dell’ong tedesca Sea-Eye che ha salvato venerdì mattina 65 migranti al largo della Libia e attende risposta sulla loro presa in carico da Malta, Roma e Tripoli. Il ministero dell’Interno impone il divieto di ingresso. La nave potrà fare rotta verso la Tunisia o verso la Germania. Anche in questo caso, ricordano fonti del Viminale, la posizione del governo italiano è perfettamente coincidente con quella di Malta: “due Paesi che stanno subendo, ormai da anni, l’indifferenza e l’incapacità dell’Unione europea”. Salvini ha anche scritto al suo omologo tedesco Horst Seehofer esortando un intervento di Berlino.

(LP – Valentina Innocente)

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